Questo l'intervento della (post) camerata Giorgia Meloni all'evento "Per un’Europa giovane - Transizione demografica, ambiente, futuro", organizzato dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella.
"... Per decenni è stato raccontato dalla cultura dominante [quale? ndr] che, di fatto, mettere al mondo un bambino sarebbe stata una scelta probabilmente incompatibile con molte altre; che avere un figlio avrebbe compromesso la tua libertà, compromesso la tua carriera, compromesso i tuoi sogni, in alcuni casi addirittura compromesso la tua bellezza; una scelta che sostanzialmente ti toglieva qualcosa o che rischiava di toglierti molto di più di quello che ti avrebbe regalato. E quindi una scelta che in fondo forse era preferibile non fare. Per decenni cattivi maestri [chi e perché? ndr] hanno proclamato - in alcuni casi anche da vere e proprie cattedre, magari ottenute col “sei politico” - qualche decennio fa che la genitorialità era qualcosa di stantio, che era un concetto arcaico, che era un concetto patriarcale da superare, a volte addirittura da combattere, che andava sostituito con nuovi valori. Negli ultimi tempi si è addirittura sostenuta la follia che mettere al mondo un bambino significa commettere un atto contro l'ambiente [e chi l'ha detta? ndr]. È più sostenibile non fare figli, o magari farne al massimo uno, perché l'uomo e l'ambiente sarebbero l'uno nemico dell'altro e se vogliamo bene all'ambiente allora dobbiamo rinunciare all'uomo e quindi ridurre l'impronta carbonica rappresentata dai bambini.Io credo che queste tesi abbastanza surreali, vecchie e nuove, rischino di trascinare l’Italia e l’Europa sull’orlo del precipizio e di indurci a credere che il mito da perseguire sia quello della decrescita felice applicata anche alla natalità [boh? ndr]. Solo che la decrescita non è felice mai e se la applichi alla natalità, alla demografia, rischia di compromettere qualsiasi futuro possibile, di scardinare alla base le fondamenta su cui si regge il nostro welfare, rompere quel patto generazionale sul quale ogni Nazione da sempre esiste e prospera. E allora noi potevamo assecondare questo pensiero dominante, buttarci anche noi nel precipizio della glaciazione demografica, potevamo arrenderci all'idea che in fondo la nostra Nazione è ormai destinata a scomparire, oppure potevamo ribadire quello che diciamo da tempo, cioè che il declino non è mai un destino. Il declino è sempre una scelta. È una scelta che si può ribaltare, rimboccandosi le maniche, impedire quel declino, ricostruire una società per questo amica della famiglia, amica della natalità, una società nella quale essere padri non sia fuori moda, essere madri non debba essere una scelta privata ma un valore socialmente riconosciuto e valorizzato da proteggere, da custodire, da incentivare.Noi abbiamo fatto la nostra scelta. E' stata una scelta chiara, figlia di una visione chiara. Abbiamo scelto di raccogliere la sfida demografica e di metterla al centro della nostra attività. È la ragione per la quale per la prima volta nella storia di questa Nazione alla natalità è intitolato un Ministero, ma non è una scelta lessicale, è l'inizio di un lavoro per il quale vogliamo che attorno a tutta l'attività del Governo si parli chiaramente di natalità, ma si agisca sulla natalità".
Già le baggianate racchiuse nella parte d'intervento appena riassunto sono tanto infinte, quanto epocali... ma la premier, ieri, era in ottima forma e non ha voluto lesinare nel promuovere altre perle del Meloni pensiero... anche se pensiero è una parola forte associata a lei:
"E chiaramente, nonostante le ormai note difficoltà di bilancio che abbiamo ereditato da allegre gestioni che ci hanno preceduto [però non le chiedete del DEF o dell'andamento della produzione industriale o del prezzo della benzina, solo per fare qualche esempio, ndr], abbiamo fatto degli sforzi che sono molto importanti anche a livello di risorse su questa materia. Questo Governo in un anno e mezzo ha già all'attivo per le famiglie e la natalità 2 miliardi e mezzo di investimenti diretti, più l'indotto degli interventi strutturali: significa un totale di benefici netti per le famiglie italiane nel solo 2024 di oltre 16 miliardi di euro. Chiaramente non lo diciamo noi, lo dice l'Ufficio parlamentare di bilancio [Davvero? Qui nn c'è scritto: https://www.upbilancio.it/wp-content/uploads/2023/11/Audizione-UPB-DDL-bilancio-2024.pdf - ndr] che, come si sa, è sempre abbastanza rigido nel certificare i provvedimenti e l'impatto che quei provvedimenti hanno sulla società. Però, come dicevo, allo stesso tempo abbiamo lavorato, continuiamo a lavorare anche con questa iniziativa, con coraggio, con chiarezza sul versante culturale, perché a nulla servono le risorse se poi, quando quelle risorse si mettono a disposizione, non c'è nella società un humus che è in grado di raccoglierle nel migliore dei modi. Bisogna quindi anche ribaltare la narrazione che ha consentito che questa materia non fosse considerata prioritaria in passato, anche per spiegare ai cittadini perché noi riteniamo che quella tendenza vada investita. ...E quindi dicevo che il tema culturale che sta alla base di questa materia per me è molto importante. Io credo che alla base di tutto vi sia stato un malinteso concetto di libertà che ci è stato propinato. Non credo che sia libertà dover rinunciare a un figlio per avere una carriera [Meloni confonde libertà con costrizione, ndr], come non è libertà dover rinunciare a una carriera per avere un figlio. Libertà è poter fare senza paura entrambe le cose, perché si è consapevoli che la società, lo Stato, le Istituzioni, riconoscendo il valore dello sforzo che questo comporta e riconoscendo l'importanza che quella scelta ha per la società nel suo complesso, saranno al tuo fianco.E questo è il messaggio che cerchiamo di dare, questa è l'Italia che vogliamo costruire, con tutte le polemiche - anche qui sarò abbastanza schietta come è il mio costume fare – che quando si cerca di parlare di questa materia, ogni volta - incredibilmente, dal mio punto di vista - conosciamo.Chiaramente su una materia così complessa solamente quando avremo completato il nostro programma di legislatura - perché la materia ha bisogno di moltissimi interventi - tutti potranno cominciare a valutare i risultati. Però io penso che alcuni segnali già li stiamo vedendo. Penso al tema dell'occupazione: noi abbiamo toccato il record di occupazione femminile, per la prima volta in Italia abbiamo superato il tetto delle 10 milioni di lavoratrici [per come si accontenta di calcolare i posti di lavoro, avrebbe potuto anche raddoppiare tale cifra, ndr]. Chiaramente lo dobbiamo soprattutto alle imprese, lo dobbiamo soprattutto al nostro sistema economico, perché anche qui bisogna ricordarsi sempre che lo Stato non crea ricchezza, lo Stato non abolisce la povertà, lo Stato non crea il lavoro per decreto: lo Stato può precostituire le condizioni, ma poi chi produce ricchezza, chi ci aiuta a combattere la povertà, è chi lavora. Sono le imprese con i loro lavoratori".
Ma guarda... in Italia gli stipendi sono fermi ad un quarto di secolo fa, nonostante siano aumentati i prezzi di mutui, affitti, assicurazioni, benzina, gas, elettricità, immondizia, carrello della spesa, senza dimenticare la spesa della sanità per chi può curarsi in tempo prima di crepare... e Meloni dice di aver fatto tutto e di più nelle sue possibilità per favorire la spesa delle famiglie, dopo che ha fatto di tutto e di più per negare il salario minimo (9 euro lordi/ora) a qualche milione di lavoratori. E si vanta di aver favorito la natalità!
E per chiudere, un bel fuoco d'artificio di propaganda ideologica:
"Dopodiché le polemiche le conosciamo, già il fatto stesso di parlare di padre e di madre in questa società a volte può sembrare quasi un atto di rivoluzione. Quando lo fai tendenzialmente appari abbastanza retrò, in un'epoca nella quale si arriva a negare che per mettere al mondo un bambino servano un uomo e una donna, in cui quando ci si scontra con l'evidenza si pensa di poter risolvere la questione magari alimentando un mercato transnazionale che sfrutta il corpo delle donne povere, fa dei bambini una merce, spacciando questo per un atto d'amore o per un gesto di libertà. Io, mi conoscete, sono una persona abituata a dire sempre quello che pensa: per me le cose irragionevoli non diventano ragionevoli quando sono in tanti a ripeterle e nessuno mi può convincere che sia un atto di libertà affittare il proprio utero; nessuno mi può convincere che sia un atto d'amore considerare i figli come un prodotto da banco in un supermercato; non è un atto d'amore trasformare il legittimo, legittimissimo desiderio di avere un figlio in un diritto che puoi garantirti con qualsiasi mezzo possibile. Io continuo per questo a ritenere, per esempio, l'utero in affitto una pratica disumana, sostengo la proposta di legge perché diventi reato universale, cioè perseguibile in Italia anche se commesso all'estero. C'è su questo una proposta parlamentare in discussione al nostro Parlamento che spero possa essere approvata quanto prima".
In pratica vuole auto incensarsi per voler impedire in Italia una pratica - giusta o sbagliata che sia - che già era normata e impedita da anni, trasformandola in un reato che dovrebbe essere provato all'estero in Paesi in cui la procreazione tramite l'utero in affitto è ammessa. Forse Meloni dovrebbe rivolgersi ad un bravo medico, meglio uno specialista.