Con una nota inviata ai vertici del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile a firma del Presidente del Sindacato ANPPE Vigili del Fuoco Fernando Cordella si chiede di coinvolgere tutto il personale e non emargirare i laureati operativi per gli accordi accademici che il Corpo si presta a sottoscrivere. Così la nota :
Prendiamo atto della lodevole iniziativa per l’accordo tra Università Pubblica ed il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, con la stipula della convenzione tra Università della Tuscia ed il Corpo Nazionale che mira alla valorizzazione dei Vigili del Fuoco.
Il tutto continua però a fermarsi solo alla classe dei direttivi e dirigenti che può permettersi di accrescere il proprio bagaglio culturale con master di primo e secondo livello, lasciando le briciole o nulla alla parte operativa del Corpo Nazionale. Si precisa che la parte operativa dei Vigili del Fuoco è il vero cuore di ogni azione e quella che a contatto con il cittadino ne fa accrescere la popolarità per tutto il Corpo.
Ricordiamo che nel comparto non direttivo e non dirigenziale i Vigili del Fuoco hanno tra le proprie fila più di 2.000 laureati in varie specialità, titolo che però fa fatica ad essere riconosciuto dall’amministrazione, né in corsi di formazione né tantomeno in fase di ricognizione aspiranti istruttori professionali, tralasciando il punteggio misero in fase di passaggio a qualifica di graduato.
La formazione nel Corpo stenta a decollare in ogni settore ed è per questo che la formazione con convenzioni universitarie può essere una strategia importante per accrescere la qualità di tutto il personale, specialmente quello già laureato che può specializzarsi in vari settori e portare esperienza proprio dentro ai Vigili del Fuoco.
Il processo di formazione professionale è rilanciato anche dal Ministero della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, con una lettera ai dipendenti pubblici del 20 gennaio 2022, affermando che PPRN (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) “individua nelle persone, prima ancora che nelle tecnologie, il motore del cambiamento”.
Per questo l’Amministrazione si deve rendere conto del suo potenziale interno e che pensi ad una soluzione per portare il proprio personale laureato a poter formarsi sempre più e dando la possibilità di intraprendere carriere specifiche. Ci ricordiamo che vi sono i Nuclei Usar, dove laureati in geologia, geografia, scienze ambientali possono contribuire vivamente, Nuclei NBCR, dove laureati in chimica, scienze naturali, fisica, possono essere di grande aiuto per il miglioramento dello stesso, e non dimenticare il settore delle telecomunicazioni, la parte sanitaria dove tra elettrotecnici, infermieri e psicologi l’aiuto che si può ricevere dal personale interno diventa fondamentale per il lavoro sul campo.
Tra le risorse di un Corpo trasparente nell’esercizio del proprio ruolo e in grado affrontare le sfide del futuro non si può tralasciare l’essenziale volano della comunicazione. Tecnici interni preparati e in grado di rispondere all’esigenza di informazione all’esterno, di controbattere ad eventuali attacchi, promuovere e rilanciare l’immagine di un Corpo all’avanguardia a sono una risorsa di cui non si può più fare a meno.
Ecco perché esigiamo una svolta epocale e definitiva che miri in primis a valorizzare il personale operativo in maniera adeguata, incominciando con un’importante cernita di tutti i titoli in possesso, finendo con corsi intenti a far accrescere chi ha già un percorso di studio alle spalle, in maniera sempre adeguata all’ordine di ruolo e grado, e l’obiettivo di creare sempre più convenzioni universitarie che coinvolgano tutto il personale indistintamente del Corpo Nazionale.
La valorizzazione parte proprio dal conoscere i propri lavoratori, poi vi è tutto il resto.