All’ora seconda di una notte di luna del 12 ottobre 1492 il marinaio Rodrigo de Triana, arrampicato di vedetta sulla coffa dell’albero maestro della Pinta, gridò il fatidico “¡Tierra! ¡Tierra!”, avvistando l’isola di Guanahani nelle Bahamas e posando così, per primo, lo sguardo sulle coste dell’America. L’annotazione nel diario di Cristoforo Colombo riporta: “Esta tierra vidó primero un marinero que se decía Rodrigo de Triana...”. Curioso che il comandante della spedizione scriva: “...un marinaio che si faceva chiamare...”. Investigando meglio la vicenda si scopre che il nome di nascita di Rodrigo era Juan Rodríguez Bermejo e che questi era un giudeo suo malgrado convertito (converso) a causa dell’infame Editto dell’Alhambra, emanato da Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona nel marzo dello stesso anno, con cui si obbligavano gli ebrei dei territori della Corona alla conversione, oppure ad abbandonare forzatamente, “entro la fine del prossimo mese di luglio”, i territori di Spagna. Il 3 agosto 1492, fatidica data in cui le tre caravelle salparono dal porto di Palos de la Frontera, cadeva proprio tre giorni dopo il termine ultimo per tutti gli ebrei di lasciare il Regno dopo una convivenza, nella penisola iberica, durata oltre un millennio. Non è dunque strano che la spedizione di Colombo – con buone probabilità anch’egli di origine ebraica – avesse un notevole numero di ebrei tra i propri ranghi i quali cercavano, semplicemente, di sfuggire alla persecuzione ed all’oscurantismo che dilagavano nel Regno di Spagna in quel momento. Questa curiosa combinazione di eventi ha fatto sì che il Nuovo Mondo venisse avvistato, per la prima volta, proprio da un ebreo, annunciando, al tempo stesso, l’inizio di una nuova epoca che vedrà il rifiorire della cultura ebraica e del suo contributo determinante - da Spinoza ad Einstein - alla modernità. Colombo, in seguito, assunse a sé il merito della scoperta affermando che, già la notte precedente, aveva visto egli stesso delle luci all’orizzonte, ottenendo così il titolo necessario per incassare i 10.000 maravedí che i Sovrani di Spagna avevano messo in palio per chi avesse avvistato la terraferma.
La spedizione di Colombo che, secondo le genealogie scolastiche, dà inizio all’epoca moderna, si pone come evento ultimo alla fine della permanenza ebraica nei territori di Spagna e segna, allo stesso tempo, la tappa iniziale che, sempre secondo le cronache ufficiali, culminerà con la sconfitta dell’Armada Invencible, nel 1588, segnando la fine del predominio spagnolo e l’affermarsi di quello britannico che si protrarrà fino al 14 agosto del 1941 quando, durante l’incontro tra Churchill e Roosevelt nel golfo di Terranova, il testimone secolare passerà agli Stati Uniti.
Molti degli ebrei scacciati dai territori della Spagna nel 1492 vennero anche accolti in parti dell’Italia contribuendo, significativamente, alle sorti dello stivale ed al suo risveglio culturale e questa è una storia che, in larga parte, attende ancora di essere scritta.
Com’è facile notare, l’ostilità contro il popolo ebraico ha avuto un ruolo chiave nel declino politico della Spagna e non solo. Studiando, variamente, gli anacoluti della storia ci si accorge come il rapporto di una società con la cultura ebraica sia direttamente proporzionale al suo sviluppo, tanto quanto la sua avversione lo è inversamente. In particolare, dall’abolizione dei ghetti avviata con la Rivoluzione francese, l’emancipazione degli ebrei in Europa ha partecipato, attivamente, di una fioritura civile, culturale e scientifica, da Moses Mendelssohn ad Heine fino ad Elia Benamozegh o Freud, continuando con Edmund Husserl, Martin Buber, Angelo Fortunato Formiggini, Jean Améry, Hans Jonas, Paul Celan o Primo Levi, per menzionarne solo alcuni, senza paralleli nella storia umana. In questo preciso momento, anche a dispetto dell’ostilità che circonda Israele, questo rimane uno tra i Paesi scientificamente e culturalmente più avanzati del mondo e le scoperte provenienti da tale staterello, più piccolo della Lombardia, sono ambite da tutti. La recente commercializzazione della PillCam, una minuscola videocamera che s’ingoia come una pillola, utilizzata per consentire ai medici di effettuare delle endoscopie non invasive per individuare polipi ed altri segni precoci di cancro al colon, è solo uno tra i tanti doni di Israele al mondo.
Un’altra lezione storica essenziale è quella secondo cui ogni nazione che ha deciso di perseguitare il popolo ebraico ha, al tempo stesso, scelto di porsi dalla parte di forze oscure e terribili che, alla fine, hanno condotto a catastrofi, morti e distruzione per esse stesse, basti qui l’esempio della Germania dal 1933 al 1945. Non sarà, allora, che la storia è proprio lì, ancora una volta, ad offrirci un monito necessario, ed evidente, in tempi di confusione e crisi? La voce della storia ci ammonisce che la decisione di stare dalla parte delle vittime, oppure da quella dei carnefici, assassini e stupratori di Hamas, è fondamentale tanto a livello individuale, quanto a quello collettivo ed è sulla base della scelta che si determina il valore morale ed intellettuale di un individuo, di un popolo o di una classe politica.
Oppure le tre caravelle sono già salpate ancora una volta?