Ieri, a Porta a Porta, il capo del Governo Matteo Salvini - visto che si occupa di tutte le questioni che riguardano il Paese, lo è di fatto - parlava di Alitalia, con la "leggerezza" che gli è solita, ipotizzando come naturale e già data per scontata la partecipazione di Atlantia nella nuova società che da mesi avrebbe dovuto esser creata per gestire le sorti della compagnia di bandiera.

Il problema, però, è che da mesi non si trova un ulteriore socio che accompagni FS e Delta, oltre al Mef, nell'impresa. Il nome di Atlantia si era fatto anche a ridosso dell'ultima, ennesima, scadenza che il Governo si era dato per risolvere la vicenda. Scadenza che doveva coincidere anche con la modalità di rientro dei fondi concessi - con il placet di Bruxelles - per garantire l'operatività di Alitalia in attesa di un compratore.

Ma Atlantia, allora come oggi, di entrare nella nuova Alitalia non ne vuol sapere, per questo oggi ha diramato una nota dove l'a.d. Giovanni Castellucci ribadisce la posizione della società: "In relazione ad alcune indiscrezioni pubblicate oggi da organi di stampa, Atlantia ribadisce che sulla vicenda Alitalia la sua posizione non è cambiata.

Nessun fondamento, quindi, possono avere notizie circa presunti accordi, ancorché preliminari, per una eventuale partecipazione alla newco Alitalia".

Castellucci ha poi fatto presente che il gruppo non può considerare un impegno in Alitalia perché già impegnato in Italia "su numerosi e complessi fronti".

Atlantia, di cui i Benetton sono il principale azionista, ha una concessione decennale con cui controlla gli aeroporti in Costa Azzurra oltre a quelli di Fiumicino e Ciampino, ma è impegnata anche in un contenzioso con l'attuale Governo che vuole revocarle la concessione di parte della rete autostradale per la responsabilità dei mancati controlli per il crollo del Ponte Morandi a Genova.