Musacchio: "Un primo maggio in cui c'è poco o nulla da festeggiare".

Discriminazione legata al genere, all'età, addirittura alla razza. Differenze retributive abissali. Precariato reso regola, sicurezza inesistente e aumento vertiginoso delle morti sul lavoro.

Che cosa dovremmo festeggiare, oggi, con la cd. Festa del Lavoro? Non una festa ma un funerale!

Quello dei 1.090 infortuni mortali contati nel corso del 2022, sono stati 790 gli infortuni mortali in occasione di lavoro, mentre sono 300 quelli rilevati in itinere. Questi ultimi sono risultati in aumento (+21%) rispetto al 2021.

Quello a cui stiamo assistendo oggi, nel nostro Paese, è l’abbandono della tutela dei diritti costituzionali senza precedenti.

Per un lavoro degno della nostra Costituzione è indispensabile trasformare la precarietà e l'ingiustizia e riconoscere i diritti dei lavoratori così come ben li avevano cristallizzati i nostri padri Costituenti.

Un individuo che ha un lavoro è più libero di un precario o di un disoccupato.

Oggi purtroppo vedo lavoratori lasciati soli e abbandonati al loro destino senza che nessuno intervenga per risolvere il problema del lavoro e della dignità del lavoratore.

Su tre lavoratori agricoli, almeno uno è irregolare. I braccianti agricoli nelle mie zone (Molise, Puglia) vivono in casolari abbandonati, senza luce, senza acqua, senza porte, né finestre, senza servizi igienici, in condizioni di vera schiavitù.

Quando a un uomo è negato il diritto al lavoro nei fatti gli è negato il diritto di vivere un esistenza dignitosa che dovrebbe essere prerogativa di tutti gli esseri umani.

Oggi direi che c’è poco da festeggiare…

(Vincenzo Musacchio, giurista)