L'Associazione Italiana Medici per l'Ambiente (ISDE) ha lanciato il proprio allarme sulla decisione degli Stati Uniti di abbandonare l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), definendola una mossa dalle “ripercussioni drammatiche” per la salute pubblica e la tutela ambientale a livello globale. In una nota ufficiale, ISDE sottolinea che questo passo indebolisce la capacità della comunità internazionale di prevenire e gestire emergenze sanitarie ed ecologiche, mettendo a rischio soprattutto le popolazioni più vulnerabili del pianeta.  

Fondata nel 1948, l'OMS ha sempre rappresentato un pilastro della governance sanitaria mondiale. Dalla lotta a malattie infettive come polio ed Ebola al rafforzamento dei sistemi sanitari e al coordinamento delle risposte alle pandemie—tra cui il COVID-19—l'organizzazione si è rivelata sempre indispensabile. Negli ultimi anni, ha integrato la salute ambientale nelle sue strategie, affrontando il legame inscindibile tra inquinamento, cambiamento climatico e benessere umano. Questo approccio ha permesso all'OMS di promuovere campagne di prevenzione per le malattie non trasmissibili, come quelle legate all'inquinamento atmosferico e alle sostanze tossiche, oltre a politiche per la tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare.  

In quanto membro fondatore e principale finanziatore, gli USA hanno contribuito con 1,3 miliardi di dollari (il 16,3% del budget) nel biennio 2022-2023 e avrebbero dovuto versare 958 milioni (14,7%) per il 2024-2025. Questi fondi sostengono programmi critici, come il controllo delle malattie infettive, le campagne di vaccinazione e le iniziative per la salute ambientale. L'abbandono statunitense compromette la capacità dell'OMS di rispondere alle crisi, creando lacune in settori chiave come il monitoraggio epidemiologico, la gestione delle risorse idriche e gli interventi umanitari. ISDE avverte che la perdita di risorse economiche e competenze scientifiche americane ostacolerà la lotta alle disuguaglianze sanitarie, specialmente nelle aree più svantaggiate.  

ISDE evidenzia il carattere “intrecciato” delle attuali emergenze sanitarie e ambientali. L'inquinamento di aria, acqua e cibo, le epidemie di origine zoonotica e i disastri climatici — come ondate di calore estremo e alluvioni — richiedono soluzioni coordinate e basate sulla scienza. L'OMS gioca un ruolo centrale nel mitigare queste minacce, attraverso linee guida, supporto ai governi e mobilitazione internazionale. A rischio, ad esempio, sono i suoi sforzi per ridurre l'inquinamento atmosferico (legato a 7 milioni di morti premature l'anno) o per contrastare la deforestazione, fattore scatenante di pandemie come il COVID-19.  

Tra le iniziative in pericolo:  

  • Prevenzione delle malattie: campagne vaccinali e sistemi di sorveglianza epidemiologica, fondamentali per contenere epidemie come colera e morbillo.  
  • Salute ambientale: progetti per migliorare la qualità dell'aria, garantire la sicurezza alimentare e proteggere la biodiversità.  
  • Risposta alle emergenze: aiuti alle comunità colpite da disastri climatici, conflitti e calamità naturali.  

L'OMS sta affrontando la più grande riforma della sua storia per aumentare trasparenza ed efficienza operativa. ISDE sottolinea che indebolire l'organizzazione in questa fase, con crisi sanitarie e ambientali in escalation, è “gravemente irresponsabile”. L'associazione esorta il governo italiano a respingere qualsiasi mossa analoga e a rafforzare invece il sostegno all'OMS, garantendo che salute pubblica e protezione ambientale rimangano priorità trasversali.  

Conclusioni: Una Responsabilità Globale  
ISDE si impegna a continuare a collaborare con istituzioni nazionali e internazionali per monitorare la situazione, promuovendo giustizia sanitaria e ambientale. “In un mondo dove pandemie e inquinamento non conoscono confini, la solidarietà non è un'opzione — è una strategia di sopravvivenza”, afferma l'associazione. Con l'uscita degli USA all'orizzonte, il messaggio è chiaro: difendere l'OMS significa proteggere i più vulnerabili del pianeta e, in definitiva, tutti noi.