Ci si può solamente alzare in piedi e applaudire a scena aperta la svolta scolastica del ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara.

Dopo l'ennesimo piagnisteo della 'presunta aggressione fascista' sventolato dalla solita propaganda radical-comunista, cui ormai non restano più argomenti cui attaccarsi per giustificare la propria esistenza, non pare vero di assistere alla (finalmente!) reazione di un uomo di Governo contro il malvezzo di certa esasperata e superata classe docente, ormai non più figlia, ma nipote della consunta ideologia sessantottina, quella del 'tutti promossi nessun bocciato', dell'egualitarismo sfrenato, delle idee senza idee, impregnata di liquame social-comunista.

Mentre viene sapientemente stesa una cortina di silenzio sulle aggressioni e sulla chiusura degli spazi agli studenti di Destra, resta la soddisfazione di vedere come sia stata bollata dal ministro la lettera della preside che paventava un incredibile 'rischio fascismo', lettera poi pubblicamente bruciata dai ragazzi di Azione Studentesca.

Valditara si è fatto portavoce degli studenti che studiano, che non vogliono essere bollati come portaborse di pensieri consunti e falliti, di coloro che costituiscono la stragrande maggioranza dei giovani, quelli che non vanno in manifestazione intruppati come bestie da soma, asini con il basto della marcia ideologia morta e stramorta che è quella propugnata da una Sinistra senza più nulla da proporre al mondo, sia esso studentesco oppure no.