Il ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM) ha pubblicato le Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione, destinate a sostituire, a partire dall'anno scolastico 2026/2027, quelle introdotte nel 2012 dall'ex ministro Francesco Profumo.
La proposta del ministro Giuseppe Valditara prevede una fase di consultazione con sindacati, associazioni professionali, genitori e studenti, definita «utile per avviare l'iter formale di adozione». Tuttavia, il testo già redatto suscita aspre critiche, accusato di promuovere un modello scolastico fondato su patriottismo, disciplina e una visione conservatrice dell'educazione, ispirata a una narrativa sovranista.
Le linee guida, anticipate mesi fa da Valditara in un'intervista, avevano già sollevato polemiche. Un appello firmato da oltre 140 docenti universitari e ricercatori – sostenuto da 900 tra insegnanti e genitori – denunciava il rischio di una scuola «finalizzata a uno scopo politico», sacrificando il valore formativo in nome di una «scelta ideologica». Le preoccupazioni trovano conferma nel testo pubblicato, che riflette il pensiero del ministro, a partire dall'enfasi sulla disciplina e sulla responsabilizzazione delle famiglie per comportamenti ritenuti riprovevoli, come «dileggiare la scuola o offendere un insegnante».
Il documento insiste sul concetto di “talento personale”, con l'introduzione di docenti tutor incaricati di individuare le attitudini degli studenti. La sezione «Valutazione un atto di valorizzazione» riprende la controversa riforma dei voti alla scuola primaria, mentre il capitolo sui «Valori dell'Occidente» delinea un perimetro culturale rigido, definendo Atene, Roma e Gerusalemme come culle esclusive della storia. Non a caso, tra gli estensori delle linee guida figura Ernesto Galli della Loggia, storico noto per le posizioni conservatrici e coautore di un testo sull'«identità italiana». Il suo contributo si apre con una citazione di Marc Bloch: «Solo l'Occidente conosce la Storia», ignorando approcci multiculturali. Quasi inutile ricordare che la citazione di Bloch - non sospettabile ovviamente di un'idea così meschina di storia - è del tutto decontestualizzata.
Tra le novità spicca il ritorno del latino (opzionale dalla seconda media), lo studio mnemonico di poesie, l'epica classica, la mitologia greca e persino saghe nordiche alle elementari. A questo punto, perché non le Metamorfosi di Ovidio, che potrebbero pure essere un contributo all'educazione sessuale. Invece, ai classici per ragazzi si affiancano autori come Stephen King e graphic novel, mentre la Bibbia è incoraggiata per «rafforzare le radici culturali». Il principio pedagogico «non multa, sed multum» («poche cose, ma ben approfondite») sembra però scontrarsi con l'ampio ventaglio di contenuti proposti.
Il testo abbonda di riferimenti al comportamento degli studenti, con richiami all'«autocontrollo» e allusioni alla lotta contro l'«umiliazione» in classe, tema caro a Valditara. Una visione che ricorda modelli autoritari.
Il testo del ministro leghista svuota l'educazione di spirito critico e pluralismo, sostituendoli con una narrazione identitaria, confermando lo spirito politico alla base dell'iniziativa, suffragato dal fatto che la consultazione avviata dal MIM è solo una presa in giro, una pura formalità, dato che il testo è già stato scritto.