La nuova portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders, venerdì ha rilasciato una dichiarazione in cui informava che, in accordo con il neo capo dello Staff John Kelly, Steve Bannon avrebbe lasciato il proprio incarico di consulente politico del presidente Trump.
Steve Bannon è stato l'ispiratore e lo stratega della linea politica di Trump, colui che più di altri ha contribuito a farlo eleggere. E dopo un anno esatto da quando era entrato a far parte dello staff del tycoon newyorkese, adesso è stato cortesemente accompagnato alla porta.
Il divieto di ingresso negli Usa per i cittadini di alcuni paesi a maggioranza musulmana, il venire meno agli accordi sul clima di Parigi, la rottura di alcuni dei trattati commerciali internazionali, la lotta contro l'immigrazione clandestina e la necessità di estendere il muro con il Messico, sono stati gli argomenti politici principali che hanno contrassegnato finora il mandato di Trump... tutti targati Bannon.
Però, l'eccessivo radicalismo di Bannon ha portato Trump a doversi difendere dal mare di critiche che gli sono piovute addosso dopo i suoi ondeggiamenti nel condannare i fatti di Charlottesville. Ondeggiamenti che hanno causato l'addio degli amministratori delegati delle multinazionali che avevano aderito all'invito di costituire dei forum tematici per indirizzare le scelte economiche della Casa Bianca oltre alle critiche di molti esponenti, anche di primo piano, del partito repubblicano.
Quella di Charlottesville è stata la palla al balzo raccolta da John Kelly per far fuori Bannon ed instaurare alla Casa Bianca una linea politica più istituzionale e meno imbarazzante, anche se, va ricordato che alcuni membri dell'amministrazione devono la loro nomina a Bannon. Probabile, quindi, che nei prossimi giorni, dopo aver fatto trascorerre un po' di tempo, vi siano ulteriori dimissioni.
Probabilmente, d'ora in poi, avremo meno motivi di stupirci delle iniziative di Trump. Sarà un presidente più vicino ai canoni standard che da un presidente eletto di un qualunque paese democratico ci si attenderebbero. Noioso, ma normale!
Ma in che modo Bannon ha reagito al suo licenziamento? Dopo aver dichiarato la fine della presidenza Trump per cui aveva combattuto e vinto, Bannon ha comunicato di aver di nuovo ripreso la guida di Breitbart, il suo organo d'informazione via web, la cui linea editoriale è rivolta alla destra radicale, quel mondo che si trova sulla linea di confine, spesso sfumata, che lo divide dalle posizioni razziste, neo nazi, suprematiste...
E dai redattori di Breitbart è subito stata invocata la parola guerra nei confronti di Trump se le sue scelte future dovessero contraddire la linea politica finora portata avanti.
Ma lo stesso Bannon ha poi voluto precisare - cercando di giustificare il suo licenziamento come se fosse un nuovo incarico da parte della Casa Bianca - affermando, in un'intervista a Bloomberg, che lui adesso inizierà una nuova guerra per Trump contro i suoi oppositori che si trovano in Campidoglio, nei media e nelle grandi aziende americane.
Non rimane che attendere per vedere in che direzione si sposterà adesso la politica di Trump e se Bannon potrà realmente influenzarne il corso tramite il suo giornale.