"Voglio dire grazie a Giuseppe Conte. Ha guidato il governo in uno dei momenti più drammatici dal Dopoguerra. Abbiamo tentato di farlo al meglio. Il risultato più importante è di aver ricollocato l'Italia nel solco del miglior europeismo dopo i deragliamenti che c'erano stati. Ha anche favorito il fatto che forze politiche un tempo distanti si sono ritrovate e hanno fatto sintesi.Draghi è una personalità di grande prestigio apprezzata nel mondo. Può portare l'Italia fuori dall'incertezza determinata dalla crisi di governo. Oggi ha posto i temi in maniera corretta rivolgendosi al Parlamento, ai partiti e alle forze sociali per trovare insieme le risposte.Nelle prossime ore ci incontreremo con Leu e con il M5S per un confronto, uno scambio di opinioni su quello che sta succedendo perché vogliamo tutelare questo patrimonio unitario.Mai più pochi e soli come nel 2018 o isolati come nel 2019, altrimenti vincerà la destra.La politica ora ha davanti dei momenti importanti, tutte le scelte da fare sono scelte politiche. Il Pd metterà in campo la sua visione e le sue idee su Next Generation Eu, svolta ecologica, riforma fiscale, giustizia e politiche di genere".

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ringrazia Conte e, allo stesso tempo, vuole tutelare il "patrimonio unitario" incontrando Leu e M5S  per appoggiare un governo guidato da Mario Draghi.

Dopo i primi no pronunciati alla nomina di Draghi, adesso LeU e 5 Stelle sembrano esser ritornati sui loro passi -

Così Nicola Fratoianni, LeU, ha risposto al segretario dem:

"Condivido la proposta di Nicola Zingaretti : riunire l’alleanza PD, M5S, LEU per definire una linea comune è un passo necessario. Renzi ha lavorato per far saltare l’alleanza. Noi dobbiamo provare a preservarla e renderla più forte. Anche perché credo che nessuno potrebbe sostenere politicamente un governo con la destra e senza il M5S. Né sarebbe possibile mettere insieme i nostri voti con quella della destra.Non esistono governi tecnici e tantomeno esistono governi neutri.La natura di un governo si misura dalle sue scelte. Quello che va discusso in queste ore è quale sarà la scelta prevalente di un eventuale nuovo governo.Se sceglierà di prorogare il blocco dei licenziamenti, di preparare una riforma del fisco in termini fortemente progressivi, di investire pesantemente sul rafforzamento del sistema sanitario pubblico e sulla scuola è un conto.Se le scelte sono di segno opposto è tutta un’altra faccenda".

Riportate dai media, e non ancora riprese sui social del Movimento,  sono arrivate anche le dichiarazioni possibiliste di Vito Crimi. Il capo politico grillino, dopo aver escluso un sì a Draghi, nelle ultime ore l'affermazione è divenuta meno categorica, trasformandosi in un ni con precisazione, per ricordare urbi et orbi la centralità dei 5 Stelle sul continuo o meno dell'attuale legislatura... insomma, i voti - soprattutto alla Camera - li hanno loro.

Nel frattempo, secondo quanto riportano le agenzie, Mario Draghi avrebbe già iniziato a lavorare ai fianchi Giuseppe Conte per coinvolgerlo nel nuovo esecutivo come vicepremier o ministro degli Esteri, con un incontro a Palazzo Chigi che è durato circa un'ora.

Ma se Conte, uscito dalla porta, dovesse rientrare dalla finestra, come la prenderebbe Matteo Renzi? Soprattutto in considerazione del fatto che, invece di fare la figura del "ganzo" per aver "fatto fuori" (politicamente) tutti i suoi nemici, finirebbe invece per fare la figura del fesso se Conte dovesse ricomparire in un governo Draghi sostenuto da Leu, Pd e grillini. 

E questi ultimi potrebbero poi sostenere un governo Draghi nel caso dovesse avere la benedizione (in cambio di chi sa quali garanzie) da parte di Berlusconi e Salvini?