La triste storia della terra dei fuochi continua. Oggi, si apprende (fonte ANSA) che La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli e relativo al patrimonio del valore di oltre 200 milioni di euro dei tre fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini. Agli imprenditori del settore rifiuti condannati con sentenza definitiva per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i responsabili dell'inquinamento dell'area di Acerra, comune dell'hinterland napoletano compreso nella cosiddetta Terra dei Fuochi, i beni confiscati dovranno essere ora restituiti.
Gli avvocati degli imprenditori condannati si erano appellati alla Cassazione chiedendo l'annullamento del decreto di confisca, per vizio di tardività, perché preso oltre i 18 mesi consentiti.
Il reato ambientale commesso da queste persone rientra nell'ambito penale, ma la legge ancora fatica a infliggere pene esemplari a quelli che sono veri e propri criminali.
La terra dei fuochi resta là, ancora ad aspettare, insieme a migliaia di vittime innocenti, mentre chi ha causato morte e distruzione riavrà indietro, soldi ottenuti illecitamente.
Cosa possiamo fare? L'indignazione forse serve a poco, o forse sì? In alcuni casi è stata determinante. Coma ad esempio, nel caso del Parco nazionale della Cuyahoga Valley.
La straordinaria trasformazione di una landa desolata e tossica in un parco nazionale grazie all'indignazione di giornali e tv, e ovviamente cittadini.
E allora? Continuiamo ad indignarci, sempre, ovunque. Non a caso, la notizia sta viaggiando sotto traccia. Chissà perchè?