La vicenda Alitalia, nella sua gravità, finisce per essere un perfetto esempio per giudicare la superficialità del Governo del cambiamento che basa la propria azione esclusivamente sulla propaganda.

È vero. Vendere Alitalia è adesso, e lo sarà sempre di più in futuro, un grosso problema. Per come è strutturata, Alitalia è troppo "grossa" per essere competitiva con le compagnie low cost, e troppo "piccola" per essere competitiva con altre linee aeree che sostengono i loro fatturati soprattutto, se non esclusivamente, sulle tratte internazionali e sui voli a lunga percorrenza.

Però, sono mesi che i vari ministri del cambiamento, a turno, annunciano a breve la soluzione di Alitalia. L'ultimo, un paio di giorni fa, è stato Salvini che addirittura dava per scontato l'ingresso di Atlantia nella nuova società che dovrebbe nascere, con la conseguente risoluzione della vicenda. Una boutade smentita il giorno dopo dalla società dei Benetton, che già un paio di mesi fa era stata costretta a fare altrettanto.

E dopo una figuraccia simile, il ministro dell'Interno - che non si sa bene perché si occupi di economia - ha provveduto a chiarire, scusarsi, smentire quello che aveva detto? Niente di tutto questo. Anzi, non ha proprio detto niente... impegnatissimo ad insultare migranti, ong, quelli che lui definisce "clandestini", avversari politici, ecc.

Gli altri protagonisti del cambiamento, invece, erano impegnati ad esaltarsi ed a complimentarsi tra loro intestandosi a vicenda la titolarità dello "sblocca cantieri", approvato alla Camera con grande soddisfazione anche della criminalità organizzata che potrà, per il momento per un paio di anni, utilizzare come faceva in passato anche i cantieri come risorsa per il proprio business.

In compenso, i dipendenti di Alitalia potranno alleggerirsi dal peso di non conoscere il loro destino, con la notizia che Lotito - sì proprio il Lotito della Lazio - ha presentato al Mise un'offerta riservata per l'acquisto della compagnia aerea. Cosa ci sia scritto nessuno lo sa, ma in compenso tutti, ma proprio tutti l'hanno accolta con una sonora risata. Un po' di buonumore non guasta mai.

Resta però il fatto che la vendita di Alitalia è in alto mare, con un prestito ponte di centinaia di milioni che doveva essere rimborsato già mesi fa e che, invece, verrà prorogato e, se le cose procederanno così, potrebbe anche andare perduto. Ma per Di Maio, attentissimo ai conti pubblici, è invece fondamentale preoccuparsi per la concessione di 3 milioni di euro a Radio Radicale.