«Avevano annunciato il raggiungimento di un risultato straordinario con l’Europa nella redistribuzione. Falso.
Avevano promesso risultati straordinari nei rimpatri. Silenzio.
Avevano promesso che avrebbero ridotto ancora di più il flusso di arrivi sulle nostre coste. È lo stesso da 12 mesi circa.»

Lo ha scritto il deputato Pd Emanuele Fiano poco dopo essere stato a visitare, insieme ad altri parlamentari, i migranti tenuti a bordo della nave Diciotti.

Un commento sottolineato pure dalla collega Maria Elena Boschi, anch'ella presente: «Salvini e Conte facciano la voce grossa in Europa se vogliono, dimostrino ai vertici europei la loro autorevolezza se ne sono capaci anziché prendersela con 150 persone stremate e fragili.

Abbiamo sempre sostenuto che l’Europa dovesse fare la propria parte e non cambiamo idea adesso che al governo ci sono altri, ma non è isolando l’Italia come stanno facendo Salvini e Di Maio che arriveranno risposte dall’Europa.

Il fallimento del vertice di oggi è la prova dell’incapacità del governo giallo/verde di contare qualcosa.»


E purtroppo per il Governo del cambiamento, la riunione che si è tenuta nel pomeriggio a Bruxelles, organizzata dalla Commissione europea per vedere se potesse essere risolta una volta per tutte la questione degli sbarchi non ha avuto un esito positivo.

Ad incontrarsi sono stati gli "sherpa" dei vari Paesi e non ministri o premier. In ogni caso, le altre nazioni europee hanno detto all'Italia che il flusso dei migranti in quota al nostro Paese è ben al di sotto di quello di altri Stati membri che, per tale motivo, a loro volta non hanno nessun obbligo di condividere la responsabilità per il loro collocamento.

In sostanza, hanno sbattuto la porta in faccia al premier Conte (e al Governo del cambiamento) che aveva sbandierato come successo le assicurazioni ricevute durante l'ultimo Consiglio europeo. Il presidente del Consiglio, com'è naturale che sia, non ha preso bene la notizia. Questa la sua reazione:

«Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. Bene. Se questi sono i “fatti” vorrà dire che l’Italia ne trarrà le conseguenze e, d’ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia perseguendo un quadro coerente e determinato d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa.»


A Conte ha fatto subito dopo eco il vicepremier Di Maio che ha sentenziato: «Oggi l'Unione Europea ha deciso di voltare le spalle all'Italia ancora una volta. Hanno deciso di fregarsene dei principi di solidarietà e di responsabilità nonostante nell’ultimo consiglio europeo avessero assicurato che chi sbarcava in Italia sbarcava in Europa. ...

Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarseli e si prendano carico di un problema che non possiamo più affrontare da soli. I confini dell'Italia sono i confini dell'Europa.

Agli italiani non chiederemo un centesimo di più. Lo dico da capo politico del Movimento 5 Stelle, visto che la UE non rispetta i patti e non adempie ai suoi doveri, noi come forza politica non siamo più disposti a dargli i 20 miliardi all’anno che pretendono.»


Curiosamente, nonostante l'importanza politica del niet di Bruxelles sia da imputare alle pretese propagandistiche della gamba verde che sostiene la maggioranza di governo, il ministro dell'Interno Matteo Salvini non ha fatto alcuna dichiarazione al riguardo, come se la questione non lo interessasse. Vedremo nelle prossime ore.


Nel frattempo, però, c'è una nave della Guardia Costiera italiana, ormeggiata nel porto di Catania, con a bordo 150 migranti e circa 50 membri di equipaggio in ostaggio del veto di Matteo Salvini che finora ha impedito loro di scendere a terra.

La gamba 5 Stelle del Governo, tramite Conte e Di Maio, ha promesso fuoco e fiamme nei confronti dell'Europa, ma senza annunciare in pratica come e quando tali ritorsioni saranno prese.

Inoltre, Conte e Di Maio non hanno neppure fatto sapere che cosa farà adesso il Governo con gli "ostaggi" a bordo della Diciotti e come si comporterà in futuro con i migranti nel caso questi dovessero essere di nuovo salvati in mare da una nave italiana.

Tutti quesiti a cui il Governo deve ancora dare una risposta.