Il Garante della Privacy, con una nota diffusa il 1 marzo, ritiene che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini da utilizzare o richiedere per l'accesso a determinati locali o per la fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale.

Secondo il Garante...

Con l’arrivo dei vaccini anti-Covid-19 si discute dell’opportunità di iniziare a implementare soluzioni, anche digitali (es. app), per rispondere all’esigenza di rendere l’informazione sull’essersi o meno vaccinati come condizione per l’accesso a determinati locali o per la fruizione di taluni servizi (es. aeroporti, hotel, stazioni, palestre ecc.).A tale proposito, nel caso si intenda far ricorso alle predette soluzioni, il Garante per la privacy richiama l’attenzione dei decisori pubblici e degli operatori privati italiani sull’obbligo di rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali.I dati relativi allo stato vaccinale, infatti, sono dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali.Il Garante ritiene, pertanto, che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale, conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali (in particolare, quelli di proporzionalità, limitazione delle finalità e di minimizzazione dei dati), in modo da realizzare un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico che si intende perseguire e l’interesse individuale alla riservatezza.In assenza di tale eventuale base giuridica normativa - sulla cui compatibilità con i principi stabiliti dal Regolamento Ue il Garante si riserva di pronunciarsi - l’utilizzo in qualsiasi forma, da parte di soggetti pubblici e di soggetti privati fornitori di servizi destinati al pubblico, di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati è da considerarsi illegittimo.La questione sarà oggetto di una prossima segnalazione al Parlamento.

La materia è complessa e deve tenere conto di innumerevoli fattori. Ad esempio  non tutti possono vaccinarsi, abbiamo tante condizioni che purtroppo  non lo consentono.

A spingere molto per un attestato vaccinale sono ad esempio i gestori di locali, alberghi o agenzie di viaggi.

Non credo che sia materia facilmente risolvibile e sarebbe "una follia", oltre che pericoloso, credere che un attestato di vaccinazione possa consentire tutto  Creerebbe solo false aspettative e confusione. 

Oggi un vaccinato è sempre e comunque un possibile portatore e figuriamoci se dovesse andare all'estero. Finché non si vaccini il mondo intero, il Covid continuerà a fare danni. Inoltre, la vaccinazione di molti paesi poveri, anche mete ambite di turisti, è al momento molto difficile. 

Oggi tutta questa storia potrebbe anche essere un semplice preludio ed esperienza per altre storie simili. Dall'inizio dei tempi i virus di tutti i tipi convivono con il genere umano.Spesso sono virus animali che compiono salti di specie. Molto di tutto questo l'abbiamo in un certo senso agevolato rubando spazi a territori non nostri e modificando lo stesso ambiente in cui viviamo.

L'umanità, e non mi auguro che accada, forse solo con un nuovo Covid riuscirebbe finalmente a comprendere la lezione e modificare i propri comportamenti, compresi quelli di molti politici che, in base a ciò che li si sente dire, del problema non sembrano neppure esserne a conoscenza.