Sinisa Mihajlovic non deve essersi mai chiesto il perché, nel maggio dello scorso anno, un poliziotto abbia sentito la necessità di definirlo zingaro di m..da (Gazzetta del 17 maggio 2019), fuori dallo stadio Olimpico un'ora prima della finale di Coppa Italia fra Lazio e Bologna.
Se se lo fosse domandato e ci avesse riflettuto su, forse lo avrebbe attribuito al clima di odio razziale di cui il "sovranismo" ed il suo principale profeta, Matteo Salvini, hanno impregnato il Paese.
Ma Mihajlovic non lo ha fatto, anche perché giudica "Salvini intelligente e capace, all'altezza di guidare il Paese".
Quello sopra riportato è uno dei passaggi dell'intervista realizzata ad hoc da il Resto del Carlino per sostenere la candidata della destra, Lucia Borgonzoni, in vista del voto alle regionali dell'Emilia Romagna del prossimo 26 gennaio.
Naturalmente, il tecnico del Bologna Mihajlovic non ha mancato di dare il suo appoggio anche alla candidata a presidente:
"Le donne hanno carattere, determinazione, riescono sempre: Lucia è una di queste donne. Non la conosco personalmente, ma so che sarà all'altezza. Bisogna avere coraggio nella vita e per cambiare serve coraggio. Io dico la mia opinione come persona, non do lezioni. Ma penso al carisma e a chi mi dà fiducia".
Una dichiarazione, a dire il vero, piuttosto "azzardata" e non molto convincente... ma quello che conta è il messaggio e questo è arrivato ed è stato più che convincente, tanto che la Borgonzoni ha replicato a stretto giro in questo modo:
"Svegliarmi e leggere del sostegno e della simpatia del grande Mihajlovic... credetemi non ha prezzo. Grazie di cuore Mister. Speriamo insieme alla nostra squadra di riuscire a meritare questa fiducia, per il cambiamento dell'Emilia Romagna, con umiltà e tanta passione".
E pure Sinisa Mihajlovic ha contribuito all'estremo sforzo della Lega di "conquistare", anzi liberare l'Emilia Romagna dal Partito Democratico.
È stato opportuno l'intervento del tecnico del Bologna?
Quando alleni una squadra e devi disputare degli incontri con decine di migliaia di spettatori sugli spalti, sarebbe conveniente non fare certe dichiarazioni di "fede", e non solo pensando ai tifosi avversari, ma anche a quelli della propria squadra. A differenza di un attore, Mihajlovic come allenatore del Bologna non rappresenta solo se stesso, ma anche la squadra di calcio per cui è tesserato. E le le squadre di calcio, in Italia, non fanno politica.
Probabilmente, Sinisa Mihajlovic deve averlo dimenticato oppure lo spirito del tempo che "aleggia" in Italia lo ha fatto tornare ai trascorsi giovanili, quando militava nella Stella Rossa e tra i suoi "amici" vi era Željko Ražnatović, altrimenti noto come la tigre Arkan che durante la guerra nei Balcani si rese responsabile, insieme a Ratko Mladic, di migliaia di uccisioni che sia il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia che la Corte internazionale di giustizia hanno definito un genocidio.
Quando nel 2000 Arkan fu ucciso da un poliziotto, Mihajlovic gli dedicò un necrologio e uno striscione (Onore alla tigre Arkan) che i gruppi di ultrà laziali di estrema destra mostrarono prima dell'inizio di una partita.
Nell'occasione (fonte Corriere) Mihajlovic disse:
«Arkan era un mio amico: lui è stato un eroe per il popolo serbo. Era un mio amico vero, era il capo degli ultras della Stella Rossa quando io giocavo lì. Io gli amici non li tradisco né li rinnego. Conosco tanta gente, anche mafiosi, ma non per questo io sono così. Rifarei il suo necrologio e tutti quelli che ho fatto per altri».
Quindi, con questi trascorsi, non è da stupirsi che Sinisa Mihajlovic possa "tifare" per Salvini e Borgonzoni.