"Poche partite dopo l’inizio del campionato, Jaap venne trovato positivo al nandrolone. Nello spogliatoio era una furia: diede una spallata a un muro di cartongesso e lo buttò giù. Sembrava Hulk. Sosteneva di non aver preso nulla. Gli abbiamo sempre creduto. Anche perché… trovatelo uno capace in quel momento di accusarlo del contrario!

Si diceva che il nandrolone servisse a mettere massa muscolare, ma lui più grosso di com’era non poteva diventare. Quando Stam entrava in scivolata rischiavi la vita, se ti prendeva finivi in tribuna. Invece fuori dal campo era davvero un bravo ragazzo. Mite, dolce perfino, nonostante la faccia da killer.

Un’estate eravamo in preritiro in Calabria con le famiglie. Alcuni giocatori erano in piscina, altri al bar. Decidiamo di andare al mare e cerchiamo Jaap. Ma non si trova. «Siniša, guarda, è lì.»

Mi volto e lo vedo seduto nella piscinetta dei bambini, alta non più di mezzo metro, in mezzo a figli dei giocatori che gli arrivavano forse al ginocchio.
Mi avvicino: «Jaap, vieni, andiamo a farci un bagno al mare».

La risposta a voce bassa mi fece tenerezza: «No, grazie, andate voi, io resto qui. Non so nuotare, ho paura dell’acqua». Incredibile. Anche lui quindi, come tutti, aveva paura di qualcosa."


[Sinisa Mihajlovic]
Fonte: autobiografia "La partita della vita".