L'AD di Invitalia, Domenico Arcuri, a suo tempo è stato nominato, dal premier Conte, Commissario Straordinario per l'emergenza Coronavirus con lo scopo di attuare e coordinare le misure di contenimento e contrasto dell'epidemia da Covid-19.

Operando in accordo con il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, con il CTS e con l'ISS, Arcuri, a titolo gratuito, gestisce ogni intervento utile a fronteggiare l'emergenza sanitaria, programmando e organizzando le attività, individuando i fabbisogni, indirizzando le risorse umane e strumentali e procedendo all'acquisizione e alla distribuzione di farmaci, delle apparecchiature e dei dispositivi medici e di protezione individuale.

È pertanto Domenico Arcuri che ha pubblicato il bando, oggi in scadenza, per la fornitura e la consegna di dispositivi medici per la somministrazione del vaccino Covid-19. Tradotto in parole povere, è il bando per la fornitura delle siringhe necessarie a vaccinare tutti gli italiani entro la prossima estate... in base a quanto dichiarato dallo stesso Arcuri.

L'Italia ha ordinato oltre 200 milioni di dosi di vaccino prodotte da fornitori diversi. Le prime che saranno somministrate sono quelle del vaccino di Pfizer / BioNTech che dovrebbero essere disponibili entro metà gennaio. Quindi, sono necessarie le siringhe per somministrarlo.

Altri Paesi si sono già attrezzati al riguardo, iniziando ad ordinarle già da settembre. L'Italia, invece, è indietro. Gli ordini partiranno solo dopo l'assegnazione della gara che scade oggi.

La trasmissione Tagadà, in onda su La7, si è occupata della vicenda scoprendo alcune... chiamiamole così, incongruenze.


La prima riguarda il tipo di siringa scelta da Arcuri. La particolarità della siringa indicata nel bando da lui redatto è relativa all'attacco dell'ago al corpo che dove contenere il vaccino. L'attacco preteso da Arcuri è a vite. Siringhe simili, soprattutto da 1 ml, in commercio sono molto rare, tanto che il loro costo è elevato e sono in pochi a produrle. 

Ma se sono necessarie per il vaccino anti Covid, non è certo colpa di Arcuri! 

Arcuri, infatti, a Tagadà ha detto che tali siringhe sono state scelte e indicate nel bando dopo averne concordato l'acquisto con CTS e ISS.

Tagadà ha contattato il CTS sull'argomento e Agostino Miozzo ha detto di non saperne niente e di non aver dato alcuna indicazione ad Arcuri sulla tipologia di siringhe da acquistare. Allora sarà stato l'Istituto Superiore di Sanità a farlo. Ma anche l'ISS ha detto di non aver espresso alcun parere al riguardo.

Ma allora perché Arcuri ha deciso di acquistare quel tipo di siringhe? Tra l'altro, oltre ad essere molto costose, sono praticamente introvabili.

Nel corso della trasmissione, è stato intervistato un fornitore abituale Consip di prodotti per la sanità, siringhe comprese. Quel fornitore ha detto che alla gara di Arcuri non ha partecipato perché la Cina, dove lui si fa fabbricare le siringhe, quel tipo di siringa non sono in grado di fornirlo nell'immediato, perché già solo prima di iniziarne la produzione servirebbero mesi. Quel fornitore ha poi aggiunto che anche gran la gran parte di aziende come la sua, in tutta Europa, fanno produrre le siringhe in Cina. 

Pertanto, se pure i cinesi quel tipo di siringa non lo hanno, l'Italia da gennaio rischia di avere a disposizione dei vaccini ma non le siringhe per somministrarli.

Perché allora Arcuri non ha scelto le siringhe che tutti gli altri Paesi hanno scelto e che normalmente già vengono utilizzate per la somministrazione dei vaccini?

Una domanda a cui Arcuri dovrà rispondere e, probabilmente, i primi a rivolgergliela saranno il premier Conte, il ministro dell'Economia Gualtieri e il ministro della Salute Speranza.