È stato presentato a Roma il 12 ottobre 2022 il volume “La Cina Tra identità e globalizzazione” di Daniela Caruso pubblicato per i tipi di Eurlink University Press, Casa editrice dell’Università degli Studi “Link Campus University”.
Gli argomenti trattati dal libro si dipanano attraverso stimolanti capitoli: La Cina, un mondo tra stato e civiltà; La politica culturale e la tutela del patrimonio; Le industrie culturali e creative come motore di sviluppo; Il ruolo della cultura nelle relazioni Europa-Cina.
L’autrice, sinologa di lungo corso, esplora i contesti nazionali e internazionali in cui è andata costruendosi l’immagine dell’identità nazionale forte e coesa che la Repubblica Popolare Cinese è andata intessendo negli ultimi anni.
Per la Repubblica Popolare Cinese, seconda potenza mondiale la cui storia e cultura ha, purtroppo, per molti europei connotati ancora a dir poco esoterici, la promozione culturale costituisce un pilastro fondamentale delle relazioni internazionali e della sua crescita economica.
È la “Civiltà cinese” che rappresenta il segreto dello sviluppo stupefacente del Paese negli ultimi vent’anni e proprio ad esso si addice l’espressione “civiltà-stato” usata per la prima volta negli anni Novanta per classificarlo come entità di carattere sociopolitico e culturale, piuttosto che stato-nazione sul modello occidentale.
Aspetti di estrema importanza che il volume mette in luce sono il cosiddetto "soft power" e la politica culturale che Pechino ha introdotto come canali di dialogo e scambio costruttivo a partire dal 2001, anno del varo del Decimo Piano Quinquennale e dell’ingresso nel WTO e della pianificazione dello sviluppo di industrie culturali e di un’economia della cultura; fino a giungere, il 18 novembre 2020, a lanciare un colossale fondo per gli investimenti nell’industria culturale con un obiettivo di 50 miliardi di yuan (circa 7,62 miliardi di dollari).
In un paese fortemente globalizzato le istituzioni culturali e museali costituiscono elementi centrali per la presentazione e la creazione dell’autocoscienza nazionale e la protezione del patrimonio culturale è stata ritenuta compatibile con i cinque principi dello sviluppo economico: globalizzazione, localizzazione, diversità, sostenibilità e responsabilità.
La monografia dedica, last but not least, l’ultimo capitolo alle relazioni culturali tra la Repubblica Popolare Cinese e l’Unione Europea, con una particolare attenzione all’Italia, paese che ha avuto sempre rapporti molto distesi e di grande amicizia con la Cina. Infatti, per tutta l’antichità e fino al XVIII secolo, proprio gli italiani si distinsero come i principali protagonisti dell’incontro tra la cultura europea e quella cinese.
Oggi la Repubblica Popolare Cinese dichiara pubblicamente che le sue relazioni internazionali si basano sul rispetto reciproco, su uno sviluppo comune e su una prosperità condivisa. E va tenuto conto, in particolare in tale contesto, che la cultura è sempre stata generatrice di dialogo e di comprensione reciproca e che lo sviluppo di una diplomazia culturale strategica non concerne solo la cultura, ma anche la condivisione e la promozione di valori.
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