Mercoledì 7 agosto è l'ultimo giorno di lavori del Senato, prima della pausa estiva. Alle ore 9 sono all'ordine del giorno discussioni e votazioni sulle mozioni riguardanti il TAV Torino-Lione.

Sono ben sei: due contro il Tav, quattro a favore.

Delle due mozioni contrarie all'opera, una è stata presentata dal M5S, che impegna il Parlamento a "rivedere" il progetto della Torino-Lione, l'altra è quella di LeU che, al contrario, impegna il governo a non procedere alla realizzazione del Tav.

Le altre mozioni, tutte a favore della Torino - Lione, sono state presentate da Partito Democratico, Emma Bonino, Fratelli d'Italia e Forza Italia.


Martedì, ad un giornalista che gli ha chiesto di un eventuale voto anticipato, Matteo Salvini ha risposto: "Oggi abbiamo raccolto idee per l'Italia dei prossimi 20 anni [da notare il riferimento di Salvini al fascismo, ndr]. Se riesco ad applicarle, bene... altrimenti o le fa qualcun altro o sicuramente non siamo qua attaccati alle poltrone. Questo lo vediamo da qui a breve, anche prima di settembre".

Il voto sulle mozioni al Senato, pertanto, potrebbe essere per Salvini un'occasione per staccare la spina e dare un calcio definitivo all'alleanza con i grillini. In fondo, si tratterebbe di un calcio in più, e dopo tutti quelli che gli hanno dato e continuano a dargli - anche in queste ore - non sarebbe certo una novità.

Senza contare che i 5 Stelle, probabilmente dei fanatici del BDSM, continuano a prender calci dalla Lega facendo finta di niente. I leghisti, solo oggi, hanno sfiduciato il ministro grillino Toninelli e spernacchiato l'altro ministro grillino Costa, dandogli del bugiardo. Nessuna risposta dai 5 Stelle che si sono solo limitati ad esaltarsi per i provvedimenti da loro presentati o messi in atto, tutti ovviamente fantastici, e ad insultare il Partito Democratico e, en passant, Fratelli d'Italia. Nessuna replica ai leghisti.


Domani, nel momento in cui i grillini voteranno a favore della propria mozione, sfiduceranno politicamente il premier del Governo di cui fanno parte, Giuseppe Conte, che sul Tav si è ormai espresso a favore.

È da vedere, poi, se la sfiducia sarà anche tecnica.... in base a che cosa gli altri gruppi decideranno di fare: uscendo dall'Aula, infatti, potrebbero far mancare il numero legale ed impedire così la votazione.

Nonostante anche le opposizioni, pubblicamente, dichiarino la necessità di ritornare al più presto al voto, molti partiti, Lega compresa, in realtà stanno riflettendo sulla convenienza o meno di posticiparlo... ognuno in base al proprio tornaconto.

La Lega, ad esempio, per capire se sia il caso di presentarsi per proprio conto e di verificare prima il consenso al sud con il prossimo tour del dj Salvini; i renziani del Pd perché consapevoli che al prossimo giro, se il loro capo non riuscisse ad inventarsi qualcosa, sarebbero fuori dal Parlamento; Forza Italia perché probabilmente scomparirebbe se si andasse al voto ad ottobre...

E poi ci sono le ferie! Con una crisi di Governo verrebbero rimandate. Una sciagura.

Quindi, per motivi che nulla hanno a che fare con l'interesse degli italiani, domani al Senato ci sarà il solito teatro e poi tutti in vacanza, per poi riprendere tra un mese quanto lasciato in sospeso... magari anticipandolo di qualche giorno.

Allora sì che allora la Lega potrà decidere se aprire la crisi oppure rimandarla di qualche mese, a Gennaio, anche se in quel caso dovrà però spiegare che cosa avrà fatto o non fatto - rispetto alle promesse - nella legge di bilancio 2020. Ma non è neppure da escludere che potrebbe essere proprio quella la scusa che permetterà ai leghisti di salutare l'esperienza gialloverde, accusando i grillini di mancanza di coraggio, incompetenza ed addossando a loro ciò che il Governo non avrà fatto nella manovra.

Bah... in ogni caso, domani niente crisi. Se fosse altrimenti, sarebbe clamoroso!