Secondo quanto riportato in un rapporto del Parlamento britannico si evidenzia la necessità, ormai non più rinviabile, di regole più severe per impedire a Facebook, e ad altre aziende che operano in settori analoghi, di comportarsi come dei criminali digitali", violando intenzionalmente la privacy e le leggi sulla concorrenza.

Il rapporto, che include tra i problemi da risolvere anche quello relativo a notizie false e disinformazione, è il frutto di un'indagine di 18 mesi condotta dalla Commissione sui media. Nel rapporto si raccomanda, inoltre, che i siti di social media debbano seguire un codice etico obbligatorio supervisionato da un regolatore indipendente per controllare al meglio eventuali contenuti possibilmente dannosi o illegali.

Il rapporto punta l'indice soprattutto su Facebook: "È evidente che Facebook abbia intenzionalmente e consapevolmente violato la privacy dei dati e le leggi anticoncorrenza" è scritto nel testo che accusa l'ad Mark Zuckerberg di aver mostrato disprezzo per il Parlamento del Regno Unito, visto il rifiuto dei numerosi inviti a comparire davanti alla Commissione.

"Alle aziende come Facebook non dovrebbe essere permesso di comportarsi come criminali nel mondo online, ritenendo di essere superiori a qualsiasi legge", si legge nel rapporto.

Con quanto pubblicato, la Commissione vuole spingere il Governo a prendere riguardo al problema nuove iniziative a partire dal prossimo mese di aprile, quando inizierà a rivedere, causa Brexit, i temi sulla concorrenza.

Anche se le relazioni delle Commissioni parlamentari non sono vincolanti, il governo ha comunque detto di aver accolto con favore il "contributo del rapporto al fine di far fronte alla crescente minaccia di disinformazione e rendere il Regno Unito il posto più sicuro da dove essere commessi ad Internet."

Il conservatore Damian Collins, a capo della Commissione sui media, ha dichiarato che "la democrazia è a rischio" a causa di campagne di disinformazione ben mirate, spesso orchestrate da Paesi come la Russia e diffuse grazie a Facebook e altri social network. "Abbiamo bisogno di un cambiamento radicale negli equilibri di potere tra le piattaforme e le persone".


Facebook ha risposto alle accuse dichiarando di condividere le preoccupazioni della Commissione in relazione alla pubblicazione di notizie false e di essere disponibile a rivedere significativamente le proprie regole.

"Anche se abbiamo ancora molto da fare - ha dichiarato il responsabile delle relazioni pubbliche di Facebook, Karim Palant - non siamo la stessa azienda di un anno fa. Abbiamo triplicato le dimensioni del team che lavora per rilevare e proteggere gli utenti e abbiamo investito molto nell'apprendimento automatico, nell'intelligenza artificiale e in una tecnologia ad hoc per prevenire ogni tipo di abusi".