Israele continua a prendere di mira le aree residenziali di tutta la Striscia, sia a Gaza City nel nord che a Khan Younis nel sud. Sono 214 i civili palestinesi assassinati nelle ultime 24 ore, portandone il totale a 10.733 (senza contare i dispersi).

Anche i feriti, il cui numero progressivamente si incrementa correndo verso i 30mila, sono in parte sicure nuove vittime, poiché gli ospedali della Striscia, alcuni bombardati, sono oramai incapaci di fornire qualunque tipo di assistenza.

L'ospedale al-Quds, a Gaza City, fa affidamento solo su un piccolo generatore e ha completamente sospeso la sua unità chirurgica a causa di una grave carenza di carburante. Chiusa anche la stazione per la generazione di ossigeno, con la scorta delle sole bombole (prima che terminino) a dare supporto a chi ne ha bisogno. In ciascuno dei tre edifici dell'ospedale – dove hanno trovato rifugio circa 14.000 persone – l'elettricità è disponibile solo per due ore al giorno, per cucinare e ricaricare i telefoni. Anche cibo e acqua stanno scarseggiando. Inoltre, tutte le strade che portano all'ospedale sono chiuse a causa dei bombardamenti e per le ambulanze portare i feriti è considerata una missione impossibile.

Inoltre, mentre i riflettori sono puntati su Gaza, anche in Cisgiordania, da parte dell'esercito israeliano, è iniziata una progressiva e metodica attività di distruzione delle strutture di base palestinesi che forniscono, acqua e elettricità, oltre al bombardamento di abitazioni e all'arresto indiscriminato e illegale di civili. Circa 150 finora il numero dei morti.

Netanyahu, anche stasera, ha smentito qualsiasi cessate il fuoco, anche solo temporaneo, mentre l'IDF dice di aver occupato il centro di Gaza City, anche se il numero delle vittime dei suoi soldati continua ad aumentare. Nelle ultime ore è arrivato a 32.

Hamas dichiara di essere disponibile al rilascio degli ostaggi, anche scaglionato, ma in relazione a precise contropartite, fino ad ora, neppure la mediazione del Qatar, è riuscita a raggiungere un punto d'incontro.

Ogni volta che qualcuno dell'amministrazione Biden apre bocca sul genocidio di Israele a Gaza, lo fa per dimostrare stupidità e/o complicità.

Il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha dichiarato che ha abbondantemente superato i 600 il numero di camion con gli aiuti umanitari entrati finora nella Striscia attraverso il valico di frontiera di Rafah: "Ancora una volta, non abbastanza. Continueremo a lavorare per raggiungere questo obiettivo", ha detto ai giornalisti, aggiungendo che nessun altro cittadino statunitense o un suo familiare ha potuto lasciare Gaza rispetto all'ultimo aggiornamento della Casa Bianca di ieri. Normalmente, prima dell'attacco israeliano, a Gaza entravano 500 camion... al giorno!

Da Ginevra, nell'ambito di un evento organizzato dalla Reuters, il segretario generale delle nazioni unite, Antonio Guterres, è nuovamente tornato a parlare del genocidio:

"In un anno, il numero di bambini uccisi nei conflitti è di centinaia, mentre a Gaza sono migliaia i bambini uccisi in un mese. È chiaro che c'è un errore nel metodo con cui Israele conduce questa guerra. E parlando degli aiuti umanitari, Guterres ha affermato che il loro arrivo a Gaza è di fondamentale importanza, precisando che "mentre in precedenza entravano 500 camion umanitari al giorno, in 18 giorni ne sono entrati solo 630 e sono stati forniti pochissimi aiuti", con il carburante che non può entrare nella Striscia e allo stesso tempo anche le forniture di acqua, cibo e medicine sono scarse.
Pertanto, la situazione a Gaza è catastrofica e per questo Guterres ha sottolineato la necessità che "tutte le parti in conflitto rispettino il diritto internazionale umanitario: "È necessario raggiungere un cessate il fuoco umanitario ed è necessario rispettare il diritto di guerra". Inoltre, rispondendo a chi gli ha chiesto la possibilità che Hamas o Israele possano essere perseguiti per crimini di guerra, Guterres ha detto di non poter interferire nelle vicende che riguardano i tribunali. 

Ma dalle Nazioni Unite, oggi, si è fatta sentire da Rafah anche la voce di Volker Turk, diplomatico austriaco dal 2022 Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani: "Siamo caduti in un precipizio", ha dichiarato, descrivendo la Striscia di Gaza come "la porta di un incubo vivente" e che tutto ciò non può continuare.


Ormai, l'amministrazione Biden è sempre più sotto pressione, e sempre più imbarazzata per il sostegno incondizionato offerto a Israele. Solo i membri del Congresso al soldo dei lobbisti del sionismo ebraico la supportano...  ma anche al Congresso iniziano le prime difficoltà, con ventisei senatori che hanno firmato una lettera chiedendo all'amministrazione Biden una maggiore chiarezza sulla politica degli Stati Uniti nei confronti di Israele.

E l'amministrazione Biden ha indirettamente risposto con una nota di censura nei confronti della deputata statunitense, di origine palestinese, Rashida Tlaib per aver gridato nelle manifestazioni pro Palestina lo slogan dal fiume al mare, in base a quanto dichiarato dalla portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.

Il detto "Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera", un chiaro riferimento alla terra tra il fiume Giordano, che confina a est di Israele, e il Mar Mediterraneo a ovest, è stato spiegato più volte dalla Tlaib semplicemente come un modo per esprimere il desiderio di uno Stato in cui i palestinesi possano vivere nella loro patria come cittadini liberi ed uguali, né dominati né dominati dagli altri, visto che ha sempre ripetuto di essere favorevole ad una soluzione a due Stati.

Ma, come dice il proverbio, la mamma dei cretini è sempre incinta, come ancora una volta ha dimostrato l'amministrazione Biden che, evidentemente, non è al corrente del contenuto dell'atto costitutivo del Likud di Netanyahu che recita: 

"Il diritto del popolo ebraico alla terra d' Israele è eterno e indiscutibile ed è legato al diritto alla sicurezza e alla pace; quindi la Giudea e la Samaria non saranno consegnate ad alcuna amministrazione straniera; tra il Mare e il Giordano ci sarà solo la sovranità israeliana".

E poi sarebbe Hamas che dal 2006 impedirebbe una soluzione a due Stati in Palestina!!!

E per concludere, da non dimenticare che oramai la complicità di Biden nel genocidio in Israele non va giù neppure all'ex presidente Obama che nel suo ultimo podcast su "Pod Save America" ha affermato che "se vuoi risolvere il problema, allora devi accettare tutta la verità. E poi bisogna ammettere che nessuno ha le mani pulite. Che tutti noi siamo complici in una certa misura"...