Mentre la Commissione Europea, almeno secondo le ultime anticipazioni, domani nelle previsioni economiche invernali indicherebbe per l'Italia un Pil dello 0,2% per tutto il 2019 (la precedente previsione di novembre indicava un Pil pari al +1,2%), i due vicepremier del cambiamento continuano a litigare sulla Tav.

Il primo è stato il vicepremier Salvini che ha iniziato la giornata dichiarando: "La Tav come altre opere, secondo me, servono". Poi ha proseguito: "Io, da vicepresidente del Consiglio che rappresenta gli italiani non ho l'esame costi-benefici della Tav ma pare che ce l'abbiano a Parigi. Questo è abbastanza bizzarro..."

La dichiarazione, o provocazione (dipende dal punto di vista) non poteva passare inosservata all'altro vicepremier che non ha mancato di replicare, nonostante il Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture avesse in precedenza cercato di smorzare la polemica chiarendo a Salvini che l'analisi costi benefici sulla Torino-Lione deve essere prima condivisa con i responsabili del progetto Francia e Commissione Ue: "Successivamente e a strettissimo giro verrà condivisa in seno ai due contraenti del patto di Governo".

Che cosa ha detto, dunque, Di Maio? "Stia tranquillo il collega vicepremier, neanche io l'ho letto. Quando mi sveglio la mattina penso che da Roma a Pescara ci vogliono sei ore di treno, non mi sveglio ogni mattina pensando al buco Torino-Leone, a collegare gli italiani con i francesi, ma penso a collegare gli italiani con gli italiani visti i problemi infrastrutturali che abbiamo.

Ci sono in questo paese ben altri problemi... Dopo un po' gli italiani si stancano pure di dover parlare sempre della stessa cosa. Come ha precisato il Mit, siamo in totale simmetria comunicativa. Perché alimentare sempre lo stesso dibattito ogni giorno? Andiamo avanti con i temi su cui siamo d'accordo e sulle priorità. La Tav è un tema che ci vede divisi e sembra quasi che lo si faccia apposta ad alimentare un tema che ci vede divisi".

Come dimostra il dialogo a distanza tra i due contraenti del contratto di Governo, la società siglata in primavera da Salvini e Di Maio comincia a sfaldarsi, neanche dopo un anno.

Se effettivamente domani Bruxelles dovesse confermare che in tutto il 2019 la crescita dell'Italia sarebbe solo dello 0,2%, il prosieguo dei lavori nel cantiere di Chiomonte non potrebbe non finire per diventare una questione più che importante e dirimente per il Governo, considerando che l'opera è in corso e che è già finanziata.

Pertanto, come sia possibile trovare una terza via per risolvere il contrasto senza che uno tra Lega o 5 Stelle non venga meno rispetto a quanto dichiarato in precedenza, al momento nessuno è in grado di saperlo.