"Risultati concreti dalla missione in Cina: abbiamo aperto una nuova fase dei nostri rapporti bilaterali, soprattutto sul fronte economico e commerciale, adottando un Piano d'azione triennale e firmando 6 intese su materie cruciali, dalla cooperazione industriale alla tutela delle indicazioni geografiche, passando per la sicurezza alimentare.Obiettivo: aprire nuovi spazi alle nostre imprese e rimuovere gli ostacoli all'ingresso dei prodotti italiani nel mercato cinese. Un viaggio costruttivo e concreto che rilancia i rapporti con un interlocutore fondamentale".
E chi lo ha detto? Sua eccellenza Giorgia Meloni che, dopo aver cancellato l'accordo sulla via della seta, è corsa spedita in Cina dopo che le hanno fatto vedere che le esportazioni verso Pechino erano oramai crollate.
Così la premier è andata in oriente per far rientrare dalla finestra quello che in precedenza aveva gettato dalla porta. E tutti, naturalmente, a celebrarla. A partire dai propagandisti che si spacciano per giornalisti, che da un quarto di secolo, giurano e spergiurano che in Italia è normale e dovuto tutto ciò che in un Paese democratico sarebbe invece irricevibile.
Per tale motivo Meloni è andata fuor dai gangheri, quando in Europa hanno certificato che l'indipendenza del giornalismo italiano è un'opinione e che, pertanto, ciò mette a rischio lo stato di diritto.
Non potendo smentire l'evidenza, la direttora di Tele Meloni, cioè la stessa Giorgia Meloni, ha così bollato e bocciato i documenti redatti dalle istituzioni europee come fake news.
Pertanto, sarebbero fake news le preoccupazioni della Commissione sul sistema di finanziamento, sull'indipendenza della Rai e sulla par condicio; fake news i dati che riportano 75 incidenti ai danni di giornalisti italiani dall'inizio dell'anno, il tema della protezione delle fonti e del segreto professionale e gli innumerevoli casi in cui ministri dell'attuale governo e addirittura la Premier stessa hanno sporto denuncia per diffamazione nei confronti di giornalisti che svolgevano il proprio lavoro.
E quindi, ancora una volta, messa all'angolo l'underdog Meloni ha fatto l'unica cosa che sa fare, la vittima, scrivendo alla von der Leyen per lamentare "l'uso politico e distorto del documento nel tentativo di attaccare il Governo italiano".
Impossibile dire se la ex borgatara sia più arrogante che patetica... di certo fa ciò che ci si aspetta da una (post) fascista qualunque.