Lo aveva già detto il ministro Franceschini, spiegando che il dpcm del 3 novembre è necessario per difendere il sistema sanitario e salvare più vite possibili, aggiungendo che «il ministro della Salute non è solo, sotto la sua firma [nel decreto di classificazione delle regioni per fasce, ndr] c'è la firma di tutto il governo. I dati trasmessi dalle Regioni e processati settimana dopo settimana sono parametri oggettivi che non devono e non possono essere utilizzati per stucchevoli strumentalizzazioni politiche. Non può esserci un dibattito politico sui numeri, facciamolo sulle cose da fare, ma sui numeri lasciamo confrontare i tecnici ISS, del ministero della Salute e delle Regioni che lavorano fianco a fianco, nella cabina di regia per il monitoraggio dei dati, ormai da maggio quando insieme abbiamo deciso di riaprire. Siamo in piena fase di convivenza col virus, non possiamo permetterci divisioni. Per gestire l'epidemia oltre al rafforzamento delle reti sanitarie non c'è altro metodo che il contenimento del contagio attraverso maggiori restrizioni. Lo Stato aiuterà con tutte le sue forze i territori che dovranno convivere con maggiori restrizioni».
Un concetto che oggi ha voluto ribadire, con altri termini, anche il presidente del Consiglio Conte, in videocollegamento al mastershow "Ristoranti, una questione politica", nell'ambito di Cibo a Regola d'Arte, il food festival del Corriere della Sera:
«Oggi non è una giornata felice», ha detto Conte. «Oggi assistiamo a ulteriori riduttori di velocità di un treno che sta correndo, non stiamo dando schiaffi a nessuno, non c’è una deliberata volontà di penalizzare alcune aree a discapito di altre. Vogliamo che la limitazione sia il più contenuta possibile ma se non interveniamo il treno ci arriva addosso. Queste misure contiamo che siano limitate a qualche settimana non per festeggiare o brindare a Natale a per far ripartire i consumi nel periodo festivo, che sarebbe molto utile. Se il treno” della pandemia da CoViD-19 “sta correndo non possiamo mantenere aperte le attività che stimolano la socialità, che stimolano a parlarci e a stare insieme”, dice ancora il premier. Ciò detto, “stiamo imponendo sacrifici economici- aggiunge Conte- dobbiamo mettere allo stesso tempo su tavolo indennizzi economici per creare quella cintura di stato” a sostegno delle attività economiche. ...Anche con il precedente dpcm mi sono assicurato che contemporaneamente presso la Ragioneria dello Stato e ministro Economia e finanze si lavorasse tutti insieme per trovare risorse da mettere contempo su tavolo. Oggi entrano le misure, entriamo in Consiglio dei ministri con il dl ristori bis. ...Ci siamo resi conto che i ristori già erogati erano modesti e li abbiamo più che raddoppiati, moltiplicati. Chi li ha già ricevuti li può raddoppiare al 200%. All’Agenzia delle entrate bastano un paio di settimane per far avere sugli iban la liquidità. ...Oggi in Consiglio dei ministri creeremo nel decreto ristori bis un fondo apposito dove andremo a mettere ulteriori risorse nel caso vi fossero variazioni fra zone gialle, arancioni e rosse, vogliamo disporre distanziamenti immediati. ...Oggi non sono nella condizione di promettere un’Iva al 4%, e non sarebbe possibile nemmeno se il ministero dell’Economia e Finanze lo avessi qui a fianco. Non abbiamo miliardi da porre sul tavolo. Quello che posso dire è che penso a una più complessiva rimodulazione dell’Iva nell’ambito di una riforma fiscale. ...Per quel gli affitti, il dl ristori bis prevede un credito di imposta al 60% per i mesi di settembre, ottobre, novembre, dicembre (il credito d'imposta sugli affitti viene esteso ai settori rimasti fuori dal dl ristori 1, attualmente già al 60% fino a dicembre). Ci sono poi la sospensione dei contributi previdenziali e il rinvio dei versamenti Isa. Nella legge Bilancio che porteremo in Parlamento prevediamo la decontribuzione al 100% per i neoassunti under 35. ...Per quel che riguarda il versamento degli acconti per i ristoranti, dobbiamo entrare nell’ottica che lo Stato è un’azienda che riceve entrate e quando ci sono può alimentare le uscite, abbiamo fatto lo scostamento di bilancio di 20 miliardi, andando in deficit proprio per sostenere queste misure. Adesso dateci il tempo per vedere cosa possiamo fare, stiamo facendo tutto il possibile e continueremo a farlo».
Nel frattempo, si alternano da nord a sud le manifestazioni di protesta (comprensibili) alimentate dalle categorie di imprenditori e lavoratori più danneggiate dalle ultime misure di contenimento, a cui si associano attivisti di movimenti e partiti (ingiustificabili) che utilizzano le disgrazie altrui per scopi politici.
Proteste che, oltretutto, finiscono pure per essere involontariamente ridicole nel modo in cui vengono realizzate, come quella di ieri a Bergamo in cui i manifestanti se la sono presa con il sindaco Gori per il lockdown regionale... come se lo avesse deciso lui!
Intanto, il leader dell'opposizione, Matteo Salvini, dopo aver favorito la diffusione del contagio fino all'altro ieri, adesso passa il tempo ad accusare il Governo di non aver fatto nulla per prevenire la seconda ondata Covid e di essere impreparato e indeciso nell'affrontarla, imputandogli l-annientamento delle attività commerciali. Ma, come fermare il contagio evitando l'unico metodo finora conosciuto, quello del distanziamento sociale fino al confinamento delle persone nelle proprie abitazioni, non lo spiega.
Nel frattempo, riprende la teoria dei carri funebri dagli obitori degli ospedali, con la differenza, non di poco conto, che adesso il contagio è diffuso in "tutta" Italia e non solo in alcune provincie di alcune regioni del nord.
Ma questo, che non è un problema così marginale, non sembra ancora esser ben compreso. E passano sotto silenzio anche le responsabilità di coloro che, in passato, hanno contribuito a depotenziare il sistema sanitario e didattico e che adesso invece "pretendono" di esserne fieri paladini.
Memoria e dignità non albergano in Italia e di questo possiamo sempre esserne sicuri.