Oggi, le famiglie di tutto il paese affrontano difficoltà finanziarie inimmaginabili solo pochi mesi fa. E a causa degli inaccettabili livelli di reddito e distribuzione della ricchezza nella nostra economia, molti dei nostri amici e dei nostri vicini hanno pochi o punti risparmi e stanno disperatamente cercando il modo di pagare l'affitto o il mutuo o addirittura di mettere il cibo in tavola. Questo stato di cose mi fa capire che il Congresso deve affrontare questa crisi senza precedenti in un modo senza precedenti per proteggere la salute e il benessere economico delle famiglie lavoratrici del nostro paese, non solo quelli dei potenti che godono già di interessi speciali. Come membro della leadership democratica al Senato degli Stati Uniti e come senatore del Vermont, questo è qualcosa in cui intendo essere coinvolto a tempo pieno e che richiederà un'enorme quantità di lavoro.Questo mi porta a parlare dell'attuale campagna presidenziale. Vorrei poter dare notizie migliori, ma penso che conosciate già la verità, rappresentata dal fatto che ora siamo circa 300 delegati dietro il vicepresidente Biden e il percorso verso la vittoria è praticamente impossibile. Quindi, mentre stiamo vincendo la battaglia ideologica e mentre stiamo guadagnando il sostegno dei giovani e dei lavoratori in tutto il paese, ho concluso che questa battaglia per diventare il candidato dem alle presidenziali non potrebbe avere successo.Per questo, oggi annuncio la sospensione della campagna e mi congratulo con Joe Biden, un uomo molto rispettabile, per la sua vittoria.Sappiate che non prendo questa decisione a cuor leggero. In effetti, è stata una decisione molto dolorosa. Nel corso delle ultime settimane, io e Jane, insieme allo staff e a molti dei nostri sostenitori, abbiamo fatto una valutazione onesta delle prospettive di vittoria. Se ritenessi che ci fossero delle possibilità per ottenere la nomina, continuerei sicuramente la campagna. Ma non ci sono.So che ci potranno essere alcuni nel nostro movimento che non saranno d'accordo con questa decisione, che vorrebbero che combattessimo fino all'ultimo voto. Capisco la loro posizione. Ma mentre vedo la crisi che attanaglia la nazione - esacerbata da un presidente riluttante o incapace di fornire qualsiasi tipo di leadership credibile - e il lavoro che deve essere fatto per proteggere le persone in quest'ora più disperata, non posso in buona coscienza continuare a salire una campagna che non può vincere e che interferirebbe con l'importante lavoro richiesto a tutti noi in questa ora difficile.

Queste le parole con cui Bernie Sanders mercoledì ha annunciato il suo ritiro dalla corsa alle presidenziali Usa del prossimo novembre. Sanders era l'ultimo candidato in grado di poter contrastare la nomina a Joe Biden, anche se quest'ultimo - come riportato in precedenza - era in  netto vantaggio, poiché aveva finora già raccolto 1.217 delegati, contro i 914 di Sanders. Per ottenere la nomina, ne servono 1.991.

Ovviamente, Joe Biden è da adesso lo sfidante di Donald Trump, per il Partito democratico, alle presidenziali di novembre. La difficoltà maggiore per l'ex vicepresidente sarà quella di conquistare i voti degli americani che avevano dato il loro appoggio a Sanders: non un fatto scontato, vista la differenza dei programmi presentati dai due candidati.

Sanders, per la seconda volta, ha detto agli americani che esiste, come dimostrato da molti Paesi in Europa, la possibilità di organizzare una società offrendo servizi gratuiti come la sanità e l'istruzione. In tal modo, gli americani avrebbero più diritti e più possibilità. Quello che per gli europei è scontato, non lo è per molti cittadiini statunitensi, anche se il loro numero, grazie a Sanders, è diminuito. 

Adesso, Biden dovrà fare i conti con quelle persone. E che lo sappia con certezza, lo ha fatto capire nella serie di tweet con cui ha dato l'onore delle armi al suo ex avversario: 


Riuscirà nel suo intento? Non resta che attendere. Nel frattempo, anche Trump ha "salutato" l'addio alle presidenziali di Sanders... in questo modo: