La protologia a cui il pensiero di fede risale a partire dalla soteriologia pasquale, comprende, insieme, la affermazione della trascendenza eterna dell’essere del Cristo come Figlio rivolto verso il seno del Padre (Gv 1, 18), prima che il mondo fosse (Gv 17,5) e quindi la visione di questo Figlio come Logos, primo principio nell’ordine del libero e gratuito progetto divino creativo, per il quale e nel quale tutto viene creato (Gv 1,3).

È  a partire dalla visione  di Dio come  Amore eterno che vive come unità nella distinzione, come comunione nella comunicazione ed espansione estatica di sé, visione a cui il pensiero di fede risale a partire dalla esperienza dell’ evento  storico della croce e della risurrezione di Cristo, che è possibile far la luce sulla idea biblica  di preesistenza non come struttura di un pensiero archeologico che segni il predominio di una passata cultura sopra il linguaggio della rivelazione, bensì come ,, idea-progetto ’’ che esprime la condizione essenzialmente dinamica di esistenza del Logos nella vita trinitaria.[1]

 Gesù Cristo si è fatto uomo per cercare l’uomo che si era perduto e sempre la vostra fede ha ritenuto; proprio lui, il Signore nostro, il quale si è fatto uomo per noi, sempre è stato Dio presso il Padre e sempre sarà, o meglio, sempre è; perché dove non c'è trascorrere di tempo, non esiste il “fu” e il “sarà”. Se di esso infatti si dice “fu”, non è più; se si dice “sarà”, non è ancora ma sempre “è” perché immancabilmente è, vale a dire, egli è immutabile. Ora il passo iniziale del Vangelo ci rende avvertiti di un grande e divino mistero.

Infatti a San Giovanni sfuggì d'impeto questo esordio del Vangelo, perché bevve dal cuore del Signore. Ricordate sicuramente, e vi è stato letto or ora, che proprio san Giovanni evangelista era reclinato in seno al Signore. Volendo farlo risaltare chiaramente, disse: Sul petto del Signore (Gv 13, 23. 25), perché comprendessimo in qual senso avesse detto: in seno al Signore. Ad ogni modo, che pensiamo assorbisse colui che era reclinato sul petto del Signore? Non stiamo a riflettere, ma beviamo abbondantemente; anche noi infatti abbiamo ascoltato poco fa quel che dobbiamo assorbire.[2]

sac. prof. dott. Gregorio Lydek - ks. prof. dr Grzegorz Łydek


 
[1] Cf. MARCELLO BORDONI, Gesù di Nazaret – Signore e Cristo, Gestisa S.r.l , Perugia 1986, pp. 925-926.
[2] MARCELLA RECCHIA, Opere di Sant’Agostino Discorsi, N.B.A Città Nuova Editrice, Roma 1990, p 33.