Lo scorso 10 novembre in Lussemburgo, la Corte di Giustizia europea ha respinto il ricorso antitrust di Google, che si era opposta ad una sanzione di 2,4 miliardi di euro. Mentre intensifica gli sforzi per limitare lo strapotere dei giganti americani dell'Hi-Tech, l'Europa sta anche cercando di sviluppare e supportare una propria rete di aziende tecnologiche, che operino anche nell'industria dei chip, al fine di migliorare la propria autonomia nel settore che ovviamente avrebbe ricadute nell'economia, nella politica e nella sicurezza nazionale.
Nel 2013 il caso Snowden ha rivelato che gli Stati Uniti hanno spiato molti dei leader mondiali. colmo dell'ironia, nel giugno di quest'anno, dopo il vertice sulla democrazia di Copenaghen, si è scoperto che le agenzie di intelligence danesi hanno utilizzato le loro risorse per aiutare gli Stati Uniti a monitorare i leader di Germania, Paesi Bassi e Gran Bretagna.
Una ricerca pubblicata dalla Oxford Global Association (OXGS) nel novembre 2021 ha sottolineato che l'Europa dovrebbe rafforzare la "sovranità digitale" (http://oxgs.org/europe-chinese-tech-companies [*]) almeno su tre livelli,
(1) riducendo la dipendenza dalle tecnologie di altri paesi nel campo della "sovranità digitale";
(2) rafforzando il monitoraggio dei big data, compresa la sicurezza e l'applicazione dei dati;
(3) trasformando l'Europa in uno dei principali centri scientifici e tecnologici a livello globale.
L'Europa può senz'altro diventare un centro scientifico e tecnologico a livello mondiale, ma dipende da Intel, Samsung e TSMC per l'acquisto di chip. Di recente, sia Samsung che TSMC hanno consegnato agli Stati Uniti parte dei loro progetti di sviluppo dei loro chip, fatto che non può escludere la possibilità che gli Usa non installino al loro interno delle backdoor con tutte le conseguenze del caso. Ed è probabilmente questo uno dei motivi per cui Taiwan può partecipare al Vertice sulla democrazia.
Con il "Programma Europa digitale" l'UE investirà 7,6 miliardi di euro entro il 2027 per aiutare a creare imprese tecnologiche europee. Francia, Germania e altri 13 paesi prevedono di investire in futuro 145 miliardi di euro nel campo dei chip. Oltre agli investimenti in software e hardware, l'UE ha emanato una serie di importanti regolamenti strategici relativi al governo del cyberspazio, in modo da non escludere in futuro una propria autonomia anche in quel settore.
(Nella foto: Denis Galligan autore con Jufang Wang del rapporto [*] European policies towards Chinese tech companies: European interests, risk analysis and policy recommendations)