Di Vincenzo Petrosino- Oncologo Chirurgo - Salerno -

Sono trascorsi quasi 5 mesi dal "Dl Rilancio" che prevedeva l'incremento del numero di terapie intensive. Oggi, che la temuta seconda ondata dell'epidemia è arrivata (anche se per alcuni è il riacutizzarsi della prima) e nonostante non siamo ancora in emergenza, molte regioni si stanno avvicinando alla soglia del 30% di posti letti occupati da pazienti con coronavirus .

Questo è il punto oltre il quale diventa molto difficile trovare un posto per ricevere le cure.

Nel Dl Rilancio i Governo ha stanziato un totale di 1,4 miliardi per il potenziamento degli ospedali, di cui 606 milioni per potenziare le terapie intensive con un incremento di 3.500 posti per portare la dotazione nazionale a 8.679 posti e altri 601 per le terapie sub intensive con un incremento di 4.225 posti .

Inoltre, nello stesso decreto, è stato previsto un bando da 54 milioni  per 300 posti letto di terapia intensiva, suddivisi in 4 strutture movimentabili, ciascuna delle quali dotata 75 posti letto, da allocare in aree attrezzabili preventivamente individuate da parte di ciascuna regione e provincia autonoma.

Con quali risultati?

Per le terapie sub intensive ottimi, per la terapie intensive gli obiettivi non sono stati raggiunti. Al 9 ottobre, rispetto ai 3.500 posti previsti ne sono stati realizzati 1.259 per un totale di 6.458 letti con una situazione a macchia di leopardo tra le varie regioni, con il Veneto che ne ha predisposti ben oltre quanto previsto e la Calabria che ne ha attivati solo 6 rispetto ai 134 finanziati o l'Umbria che non ne ha attivati nessuno.
 
Pertanto, mentre Veneto, Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia sono in grado di avere in intensiva oltre i 14 posti letto per 100mila abitanti, rapporto fissato dal Governo, quello della Campania è di appena 7,3, dell'Umbria 7,9 e delle Marche 8,3.
 
Sui ritardi pesa il sistema di regole messe in campo. Ogni Regione ha dovuto presentare un piano al ministero della Salute. Dopo l'ok la palla poi è passata al commissario per l'Emergenza. A quel punto c'è stato un confronto con le Regioni per l'attuazione dei lavori (il bando si è chiuso solo l'8 ottobre).
 
A prescindere dalle responsabilità, che appaiono di tutti i soggetti coinvolti, sta di fatto che la temuta seconda ondata dell'epidemia è arrivata e, seppur ancora non vi sia emergenza, è evidente che molte regioni (Umbria, Sardegna, Campania, Liguria, Lazio) si stanno avvicinando alla soglia del 30% di posti letti occupati da pazienti Covid, il punto oltre il quale diventa molto difficile trovare un posto per ricevere le cure...



Gli ultimi dati sull'emergenza coronavirus:

drive.google.com/file/d/1oTrfYzHux4hvOIuHN0yujIuTU3WsHZyq/view?usp=sharing