Dal professor Valditara, esimio giurista e preside universitario in quota Salvini, non ci aspettavamo risultati immediati come ministro dell'Istruzione.
Nessuno ha la bacchetta magica.
Ma, in nome del Merito, ci saremmo aspettati almeno una riforma della valutazione didattica nelle scuole e soprattutto degli esami, come anche un rafforzamento di Scienze, Economia e Tecnica.
Ci saremmo anche aspettati che la formazione in servizio collegiale ritornasse obbligatoria, fosse solo per gli aspetti essenziali di tutela legale degli stessi docenti o - comunque - per nozioni e comportamenti adeguati in materia di igiene, salute e sicurezza, visti i tempi che corrono..
Almeno la proposta, giusto per mettere in moto il confronto contrattuale
Come anche, in nome del Merito, ci saremmo aspettati il ritorno delle Borse di studio per gli alunni meritevoli ma poco abbienti.
Tra l'altro, non tanto per il merito quanto per la situazione minorile orribilmente conclamatasi questa estate, ci aspetteremmo qualche ordinanza per evitare che - invece di predisporre programmazione e valutazione didattiche - i docenti restino a casa a disposizione fin attesa di direttive fino al 15 settembre, quando alunni e studenti arriveranno 'stremati' dalle vacanze, cioè iniziando a prendere il ritmo ad ottobre poco prima delle occupazioni e autogestioni che se riparla poi ... dopo la Befana.
Dopo gli intenti posti e gli strali lanciati da Trastevere, quale sarà la fiducia se nuovamente le cronache racconteranno di pestaggi, danneggiamenti e bullismi nelle scuole come di giudizi didattici ribaltati da sentenze e aggressioni ai docenti?
Ormai, è un fatto di sicurezza generale che le scuole garantiscano una istruzione adeguata nell'età dell'obbligo scolastico, se vogliamo porre argine e rimedio agli abbandoni scolastici nelle scuole superiori, che impoveriscono la società tutta e alimentano la brutale criminalità giovanile che si sta diffondendo.
La Scuola può risollevarsi, ma solo se il ministro che annuncia il merito, magari per un anno stigmatizza il demerito, ma alla fine legifera e riforma, dettando i criteri di merito e demerito per gli alunni, per i docenti e per le scuole.
In caso contrario, se Valditara non dovesse riuscirci anche dopo aver concesso aumenti e rinnovato un contratto, possiamo solo prendere atto che il Sistema d'Istruzione italiano è talmente 'out of order' da non potersi neanche formulare quei criteri essenziali, omogenei ed univoci su tutto il territorio nazionale, di cui sono dotati praticamente tutti gli altri sistemi scolastici.
In altre parole, il ministero dell'Istruzione si dimostrerà il tallone d'Achille di questo governo?