Misericordia è condivisione. Questo è il messaggio che Papa Francesco ha voluto sottolineare nell'udienza generale di mercoledì 10 febbraio, tenuta in Piazza  San Pietro nel giorno in cui ha inizio il periodo di Quaresima. E proprio con l'augurio di un «Buon cammino di Quaresima», che il Papa si è rivolto alle persone intervenute.

Nelle parole di Francesco è spiegato il significato del Giubileo, il significato profondo. Niente di rivoluzionario. Ma è  bene ricordare ciò che era già scritto e che non tutti conoscono o forse si sono dimenticati. Quindi, è bene sottolineare l'importanza del discorso pronunciato questa  mattina e di cui, di seguito, vengono riportati alcuni tra i brani più interessanti da sottolineare.

«Ogni 50 anni, nel giorno dell’espiazione (Lv 25,9), quando la misericordia del Signore veniva invocata su tutto il popolo, il suono del corno annunciava un grande evento di liberazione. Leggiamo infatti nel libro del Levitico: "Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia […] In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà" (25,10.13). Secondo queste disposizioni, se qualcuno era stato costretto a vendere la sua terra o la sua casa, nel giubileo poteva rientrarne in possesso; e se qualcuno aveva contratto debiti e, impossibilitato a pagarli, fosse stato costretto a mettersi al servizio del creditore, poteva tornarsene libero alla sua famiglia e riavere tutte le proprietà.

Era una specie di “condono generale”, con cui si permetteva a tutti di tornare nella situazione originaria, con la cancellazione di ogni debito, la restituzione della terra, e la possibilità di godere di nuovo della libertà propria dei membri del popolo di Dio. […] Con il giubileo, chi era diventato povero ritornava ad avere il necessario per vivere, e chi era diventato ricco restituiva al povero ciò che gli aveva preso. Il fine era una società basata sull’uguaglianza e la solidarietà, dove la libertà, la terra e il denaro ridiventassero un bene per tutti e non solo per alcuni, come accade adesso, se non sbaglio»…

E per sottolineare  con più forza il proprio pensiero, Francesco ha ricordato che il 20% della popolazione mondiale possiede l'80% delle ricchezze.
Quindi, se il fine del giubileo come descritto nella Bibbia era quello di  «una società basata sull’uguaglianza e la solidarietà, dove la libertà, la terra e il denaro diventassero un bene per tutti e non per alcuni», allora il  messaggio è chiaro, ed è quello di  «aprirsi con coraggio alla condivisione, e questo è misericordia! E se noi vogliamo misericordia da Dio incominciamo a farla noi. È questo: incominciamo a farla noi tra concittadini, tra famiglie, tra popoli, tra continenti. Contribuire a realizzare una terra senza poveri vuol dire costruire società senza discriminazioni, basate sulla solidarietà che porta a condividere quanto si possiede, in una ripartizione delle risorse fondata sulla fratellanza e sulla giustizia».