Come già ipotizzato, l'accordo siglato con i dem dallo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, per evitare lo shutdown almeno fino a metà novembre avrebbe potuto avere conseguenze sul suo incarico. Così è stato.
Il deputato repubblicano Matt Gaetz, in rappresentanza degli estremisti di area trumpiana, lunedì ha presentato una mozione per sfiduciare McCarthy, dal suo incarico. È la prima volta che accade che un partito presentasse una mozione per rimuovere un proprio rappresentante dalle funzioni di presidente dell'Aula.
Martedì è avvenuta la votazione e con 216 voti a favore e 210 contrari McCarthy non è più lo speaker della Camera dei Rappresentanti. Chi ha votato contro? McCarthy è stato sostenuto da 210 repubblicani, mentre otto hanno votato per la sfiducia... insieme a tutti i membri del gruppo dei democratici. Un voto non sorprendente quello dei dem, perché annunciato in precedenza dal capogruppo Hakeem Jeffries.
Qual è la strategia del Partito democratico?
Quella di far evidenziare le differenze di opinioni tra i repubblicani, in modo da rimarcare la loro inaffidabilità di fronte alle esigenze del Paese, anche in funzione delle prossime presidenziali.
Una scelta sicuramente efficace, ma che può comunque aprire per il futuro scenari completamente opposti tra loro.
Il primo è che gli estremisti repubblicani riescano a far eleggere come nuovo speaker un loro rappresentante, con i membri moderati del GOP che, in tal modo, penserebbero di rifarsi sui dem della sfiducia a McCarthy.
Il secondo scenario, più tranquillizzante, è che i repubblicani decidano invece di farla pagare ai colleghi pro Trump, siglando un accordo con i dem su alcuni temi, tra cui ad esempio un'intesa per evitare lo shutdown tra 40 giorni e continuare a finanziare l'Ucraina nella guerra contro la Russia, facendo eleggere così un candidato moderato alla guida dell'Aula.
Come andrà a finire lo sapremo nei prossimi giorni.