Quando gli piovono addosso accuse di razzismo, Matteo Salvini, tra l'altro ministro con delega alla salvaguardia e alla promozione della Nutella, se la ride di gusto e sbeffeggia chi lo accusa, ironizzando e minimizzando con bacioni e denunce a seconda della circostanza.

A Salvini va riconosciuta una certa abilità nell'arte della retorica, tanto che arriva quasi a convincere qualsiasi critico di essere realmente "tanto buonino" e che siano gli altri, ovviamente in malafede, a giudicarlo male.

Ma poi ecco che spunta un piccolo emendamento in Commissione Antimafia, presentato ad hoc proprio per escludere, guarda un po' la coincidenza, la condanna per discriminazione razziale, etnica o religiosa fra le motivazioni che possano impedire una candidatura alle elezioni.

E allora si finisce per comprendere la vera sostanza del ministro, seppur ben nascosta sotto un abbondante strato di Nutella, e risulta chiaro che chi lo accusava di razzismo non si era di certo ingannato.

E tutto questo accade con il tacito consenso del Movimento 5 Stelle che, a forza di pretendere di non essere né di destra né di sinistra, rischia però di finire di diventare razzista!