Durante le quasi tre ore in cui da Villa Madama si è svolta la classica conferenza stampa di fine anno, questi i temi su cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha posto l'accento.

Nomine. Sarà la sottosegretaria Azzolina la nuova ministra della Scuola in sostituzione del dimissionario Fioramonti, con il MIUR che adesso viene "spacchettato", visto che ad affiancare la parlamentare grillina sarà il presidente della Crui Manfredi che è stato nominato ministro dell'Università e della Ricerca.

Fibrillazioni nella maggioranza. Conte ha escluso un rimpasto e pertanto un terzo esecutivo da lui guidato, invitando, soprattutto il M5S a chiarirsi al proprio interno ed a trasformare in senso positivo le tensioni nei gruppi parlamentari, alimentando un dibattito politico che proponga nuove idee da cui il governo possa trarre impulso, escludendo la nascita di un gruppo a suo nome per attrarre eventuali fuoriusciti da altri gruppi. E sempre sulla tenuta dell'esecutivo - ha ricordato il premier - le prossime scadenze regionali, a partire da quella in Emilia Romagna, non saranno un referendum sul governo.

Politica Estera. È la situazione in Libia quella su cui Conte ha posto l'accento, dicendosi preoccupato per il fatto che "una guerra per procura" non possa costituire la soluzione per una pacificazione del Paese. A tale proposito, Conte ha parlato di incessante attività diplomatica dell'Italia anche nelle ultime ore con Erdogan e Putin, per evitare una escalation militare.

Attività di governo. Dopo aver giustificato i prossimi interventi diretti del governo a favore di Ilva e Banca Popolare di Bari non come ritorno allo statalismo, ma come intervento "mirato" per settori di sviluppo particolarmente rilevanti, Conte ha parlato di processi, ribadendo che i tempi della prescrizione verranno riformati, anche se non entreranno in vigore prima di 3-4 anni, dando così all'esecutivo il tempo di introdurre i meccanismi necessari ad assicurare la ragionevole durata di un processo.

Conte ha parlato anche di decreti sicurezza: "È nel nostro programma l'intervento sui decreti sicurezza, in particolare per recepire le preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella. Ricordo che il decreto sicurezza bis è stato varato dal Consiglio dei ministri in una versione diversa che teneva conto delle preoccupazioni del capo dello Stato e ci siamo impegnati a rimuovere alcune cose aggiunte dopo. Sarà uno dei temi del confronto di gennaio".

Una dichiarazione, specialmente quest'ultima, che è da considerare come una specie di colpo sotto la cintura per l'ex ministro Matteo Salvini, i cui addetti alla propaganda hanno così commentato via social:

"Conte annuncia modifiche ai Decreti sicurezza, racconta BALLE vergognose sull'immigrazione e cambia versione sulla Gregoretti. Da settembre a oggi siamo a 6.304 sbarchi grazie al governo delle poltrone e dei porti aperti.

Sulla Gregoretti ammette che Palazzo Chigi aveva avuto un ruolo per ricollocare gli immigrati, confermando che le trattative con altri Paesi c'erano sempre state: altro che novità degli ultimi mesi...

Se l'ex avvocato del popolo non sopportava la Lega e il sottoscritto poteva dirlo subito anziché aspettare che gli togliessimo la fiducia. Evidentemente è troppo innamorato delle poltrone, e infatti dopo aver perso un ministro ne annuncia due nuovi.

Con Conte più sbarchi, più tasse, più poltrone e più balle. A CASA!"

Considerando il commento della Morisi & Co, vuol dire che Conte, almeno dal punto di vista formale, ha ridato dignità alla carica da lui ricoperta anche nella passata legislatura.