Di seguito i commenti, in dichiarazione di voto al Senato, di alcuni dei gruppi delle opposizioni ai contenuti illustrati da Giorgia Meloni in relazione alla posizione dell'Italia nel prossimo Consiglio europeo del 20 e 21 marzo.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS)
Signor Presidente, naturalmente vedremo meglio i dettagli del contatto che c'è stato oggi pomeriggio tra Trump e Putin, ma la gravissima crisi che il mondo sta attraversando ricorda la fase precedente alla Prima guerra mondiale, che avviò la distruzione dell'Europa.Fra le cause di quella guerra, nella quale le potenze di allora si ritrovarono senza averlo probabilmente nemmeno deciso, ci fu il massiccio riarmo di tutti i futuri Paesi belligeranti. Quel riarmo, che rese la guerra inevitabile, fu giustificato con motivazioni molto simili a quelle che si ascoltano oggi.Ci sono moltissime ragioni che ci portano a definire il piano europeo un progetto scellerato, ma la principale è questa: la proposta della presidente von der Leyen, che la presidente Meloni ha approvato senza nemmeno chiedere cosa ne pensasse il Parlamento, allontana la pace e rende invece più possibile la guerra.È sconcertante ed eloquente, del resto, che per varare quel piano, che modifica radicalmente il DNA dell'Unione europea e ne tradisce la vocazione originaria, venga adoperato l'articolo 122 del Trattato, aggirando ed azzerando in questo modo lo stesso Parlamento europeo. La formula di cui si discute, la pace attraverso la forza, è agghiacciante per il semplice motivo che non ha mai funzionato. Quella formula va capovolta, perché per quella strada si arriva esattamente alla necessità di usare la forza che si è accumulata.Vede, Presidente, l'Europa, come tante volte abbiamo detto, avrebbe dovuto proporsi negli ultimi tre anni davvero come un soggetto politico autonomo, capace di parlare un linguaggio diverso da quello delle armi. Ha dimenticato, invece, il protagonismo diplomatico e se ha fatto bene, ovviamente, a distinguere aggressore e aggredito, ha però rinunciato a ricercare una soluzione negoziata, favorendo soltanto l'escalation militare e in questo modo ha perso ogni autorevolezza. Restava muta, invece, proprio come il Governo italiano, dinanzi all'immane tragedia del popolo palestinese, che come si vede, continua drammaticamente in queste ore.Sono state scelte sciagurate, che hanno privato l'Unione di quella forza politica che sarebbe oggi decisiva per rappresentare un'alternativa agli imperialismi complici di Trump e di Putin. Il Governo italiano della presidente Meloni è stato parte attiva di questo suicidio politico, per poi scegliere la strada della totale subalternità alla nuova amministrazione americana, come ci ha ricordato anche oggi la Presidente del Consiglio, assecondando le politiche di Trump finanche sui dazi, come abbiamo sentito.In ogni caso, qui non si sta negando la necessità di una difesa comune e di una indipendenza strategica che comunque dovrebbe essere regolata da una Costituzione che ne definisca il mandato. Sto dicendo, piuttosto, che il piano proposto va in una direzione inversa: non il primo passo verso una difesa comune, ma il suo contrario, perché ogni Stato utilizzerà il riarmo per i propri interessi strategici e industriali a scapito degli altri Stati. Quanto all'indipendenza strategica, esattamente di cosa si parla, se il riarmo è stato imposto dalla nuova amministrazione americana, amministrazione - lo ricordo - che da quando si è insediata ha già bombardato tre Paesi e ne minaccia altri? Peraltro, il piano di riarmo è anche uno spreco intollerabile, in un momento segnato dalla crisi sociale.Intendiamoci, davvero, per capirci fino in fondo: io sarei contro il riarmo anche se nuotassimo nell'oro, diciamo così, perché credo che il solo e vero obiettivo dell'Europa dovrebbe essere il disarmo, altro che il riarmo. Spendiamo già moltissimo in armi. La logica vorrebbe che si diminuisse la spesa, che si provasse a razionalizzarla. Ma si sa, quando il furore bellico prende il sopravvento, poi alla logica non resta grande spazio. Allora, va detto che questa grande spesa non sarà indolore, ma la pagheranno la sanità, il welfare, l'istruzione. Saremo molto più poveri, ma armati fino ai denti.Infine, un'ultima considerazione: l'Unione europea ha sempre rifiutato deroghe alle norme per migliorare le condizioni di vita dei suoi cittadini, o per evitare la catastrofe ambientale. Ora è disposta a farlo per le armi. Questo non è soltanto sbagliato o immorale, ma delinea i tratti di un'Europa che è l'opposto del sogno dei suoi fondatori. Noi sappiamo che tanti cittadini condividono nella sostanza questi giudizi e crediamo che le loro giuste preoccupazioni vadano ascoltate e vadano anche rappresentate.Per quanto riguarda noi, Alleanza Verdi e Sinistra, non rinunceremo ad essere europeisti, nonostante tutte le scelte sbagliate di questi anni, e non smetteremo nemmeno mai di essere pacifisti. L'Europa per cui lotteremo è di pace ed è un'Europa sociale. Dimenticare questa vocazione è il più grande dei favori che si può fare a Trump e a Putin. Noi invece pensiamo che bisogna fare di tutto per salvarla l'Europa, ma l'unico modo è cambiarla davvero e fino in fondo.
PATUANELLI (M5S)
Presidente Meloni, nel mio intervento citerò alcune frasi delle sue comunicazioni, avendole copiate dal Resoconto stenografico in corso di seduta, per non incorrere poi in interpretazioni di sorta. Molto spesso al mio Gruppo dice: «Non capite. Non avete capito. Io mi sto spiegando bene, ma voi non riuscite a capire». Qualche volta si può anche dire: «Forse mi sono spiegato male, capita di sbagliare». All'inizio della replica, Presidente, lei ha parlato di avanzo primario nei confronti degli Stati Uniti. Parlava ovviamente del surplus commerciale, e va bene, capita di sbagliare a tutti.Fino a 48 ore fa speravamo che il prossimo Consiglio europeo si occupasse di un conflitto ancora in corso, quello in Ucraina. Purtroppo non posso non iniziare questa dichiarazione di voto dicendo che l'altra notte Israele ha ricominciato il genocidio - va chiamato con questo nome - a Gaza. Nuovi 400 morti, ci diranno che sono tutti i terroristi di Hamas. Hamas è un'associazione terroristica ed è evidente dove sta la ragione e dove sta il torto. Mettersi però al livello di un'associazione terroristica penso che non faccia gli interessi degli israeliani né oggi, né per il prossimo futuro di quell'area. Si ricomincerà a parlare di due popoli e due Stati. Poi però le mozioni che chiedono di riconoscere lo Stato di Palestina vengono bocciate, sul presupposto che non si può riconoscere uno Stato che non c'è (parole di membri della sua forza politica). Questo mi sembra un po' incommentabile. È chiaro che, se c'è l'esigenza di riconoscere uno Stato, è perché ancora non c'è.In tema di competitività. Presidente, lei ha detto che bisogna superare gli eccessi ideologici sul green. Potrei rispondere che chi parla di eccessi ideologici forse è un negazionista del cambiamento climatico, ma così non andiamo da nessuna parte.Vorrei solo evidenziare un piccolo aspetto della questione della competitività. Ha parlato di una iper-regolamentazione europea: verissimo, c'è una iper-regolamentazione europea, va sburocratizzata l'Europa, ma magari iniziamo dal nostro Paese. Io non ho visto grandi provvedimenti, in due anni e mezzo del suo Governo, che vadano incontro alla sburocratizzazione, sempre promessa da tutti i Governi in questo Paese. Se l'esempio è Transizione 5.0, che certamente sconta il fatto che ci sono dei vincoli europei - questo è del tutto evidente - non mi sembra che sia un esempio di sburocratizzazione.Sul tema dei dazi, è già stato detto che non si deve rispondere con i dazi ai dazi; però io le chiedo cosa facciamo. Non credo che, nel momento in cui Trump metterà il 200 per cento di dazi sui vini, il ministro Lollobrigida si troverà in una condizione favorevole. Credo invece che si debba capire quali sono le soluzioni migliori: una parte negoziale è fondamentale; ma, se i dazi ci saranno, ci dovrà essere anche una guerra sui dazi nei confronti degli Stati Uniti.Sul tema delle migrazioni, lei ha citato i dati e ha parlato di un calo del 65 per cento, del 35 per cento rispetto all'anno prima (il 2024), però si è limitata agli anni dei record degli sbarchi: nel 2023 157.000, nel 2022 105.000. Non ha citato i 23.000 del 2018, i 14.000 del 2019, i 34.000 del 2020, i 67.000 del 2021 (stesso dato, più o meno, del 2024). Parlando dei morti in mare, lei ha detto che questi dati ci dicono che bisogna bloccare gli sbarchi. Questi dati invece ci dicono che è indifferente chi è al Governo, che la propaganda elettorale del "blocco navale" non porta a un minor numero di partenze e di morti in mare. Questi sono i dati. Può governare la destra, può governare la sinistra, può governare il Padre eterno, ma è la situazione internazionale che porta alle partenze e quindi agli sbarchi; a livello internazionale bisogna dire che il Patto di Dublino va modificato e questo ancora non è stato fatto.Veniamo, Presidente, al tema Ucraina. Lei ha detto (cito): «È lo stallo sul campo - come ho detto tante volte - che oggi può portare all'apertura di negoziati per la pace e penso si debba rivendicare con orgoglio che questo non sarebbe stato possibile senza il sostegno compatto e determinato assicurato dall'Occidente al popolo ucraino». Presidente, è da più di due anni che c'è uno stallo militare. Non prendiamoci in giro. Oggi l'apertura di un tavolo negoziale è dovuta ad un unico fattore, piaccia o non piaccia: il presidente Trump ha vinto le elezioni negli Stati Uniti e la prima cosa che ha fatto è stata minacciare di non mandare più armi e di togliere la copertura di Starlink. Questo ha portato oggi a un tavolo potenziale di negoziazione, non altro.Mi dispiace dire che noi l'avevamo detto, perché non lo dico con piacere. Era evidente però che l'Europa si sarebbe trovata schiacciata sulle posizioni della nuova amministrazione americana e oggi al tavolo negoziale l'Europa conterà meno di zero e purtroppo, temo, anche l'Ucraina. Lo stallo militare però non c'entra assolutamente niente, è esattamente la carta che l'Europa aveva da tempo, quella di dire piano perché gli aiuti militari non sono infiniti, bisogna arrivare a un tavolo di pace. Non l'abbiamo fatto e l'Europa oggi è molto più debole di prima.Questo, Presidente, apre anche un grosso problema. Altra sua citazione; chi ripete ossessivamente che l'Italia dovrebbe scegliere tra Europa e gli Usa, lo fa strumentalmente per ragioni di polemica domestica o perché non si è accorto che la campagna elettorale americana è finita. No, in realtà è che lei forse non si è accorta che le posizioni degli Stati Uniti e dell'Europa oggi non coincidono più. Con l'amministrazione Biden coincidevano, con l'amministrazione Trump non coincidono. Vorrei sapere il Governo italiano da che parte sta. Se sta con la parte di Trump o se sta con l'Europa.Avete detto che vedremo i voti delle risoluzioni e la compattezza della maggioranza. Presidente, c'è stata una stagione all'inizio del suo Governo in cui i crolli di consensi e le debolezze di tanti Governi europei, rendevano oggettivamente questo Governo credibile ad autorevole. Non abbiamo mai avuto problemi a riconoscerlo. Oggi invece è il Governo più diviso d'Europa. Guardiamo il libro bianco; una forza politica vota a favore, una forza politica vota contro e la forza di maggioranza relativa si astiene. In politica estera però come può essere che le forze di maggioranza che sostengono un Governo hanno tre posizioni diverse e la forza di maggioranza relativa si astiene per non prendere una posizione? Presidente, credo che questo mostri la debolezza con cui lei oggi sta in Europa e alla guida dell'Esecutivo più debole che c'è.