"Io credo che al Governo valga la pena arrivarci senza tradire te stesso e quello in cui credi, cosa che in Italia viene visto come un atteggiamento anacronistico. Se un giorno gli italiani decideranno di mandarmi al Governo in qualsiasi ruolo, voglio poter tener fede agli impegni presi, senza dover fare patti col diavolo".

Questa dichiarazione della deputata Meloni Giorgia (presente!), pubblicata ieri sul suo profilo social, è un'evidente bastonatura (mediatica) del suo alleato, il leghista Matteo Salvini.

I due si contendono la leadership del centrodestra, con i sondaggi che danno le loro rispettive forze politiche quasi alla pari. Finché i numeri hanno dettato una chiara gerarchia tra Lega, FdI e FI, l'alleanza di centrodestra ha marciato più o meno compatta, senza grossi scossoni. Adesso, invece, anche l'appello all'ammucchiata allo scopo di ottenere un voto in più dell'avversario non riesce più, almeno come prima, a mettere d'accordo le tre forze politiche.

Sono giorni ormai che si riuniscono per decidere i nomi dei candidati a sindaco alle prossime amministrative. Nomi che dovranno rappresentare l'alleanza in città non di secondo piano. In ballo ci sono i rinnovi dei consigli comunali di Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli... oltre alle regionali in Calabria. Il dilemma dei tre partiti è quello di nominare dei candidati bandiera che possano vincere, ma che non consentano, soprattutto a Meloni e Salvini, di mettere il cappello su una eventuale vittoria e sfruttare il successo ottenuto come viatico per i candidati di Lega o FdI alle prossime politiche.

Del resto se il centrodestra non presenterà candidati con un minimo di credibilità, lo spettro di una sconfitta diventerebbe davvero concreto, soprattutto nelle grandi città, ed è proprio lì che si stabilirà il vero vincitore del prossimo appuntamento elettorale.

Come ha ricordato ieri in una intervista a Porta a porta Meloni Giorgia (presente!), anche nella riunione che si è tenuta tra i rappresentanti del centrodestra non c'è stata nessuna fumata bianca, nonostante Salvini abbia distribuito ai presenti un rosario della Madonna di Fatima, dove è stato in visita nel fine settimana.

"Ma non l’ha fatto benedire – ha chiarito Meloni Giorgia (presente!) –. Gliel’ho chiesto ma mi ha risposto che gli partiva l’aereo. Però è stato molto gentile, ne ha portati tantissimi per tutti e quindi siamo tutti muniti di un rosario della Madonna di Fatima e speriamo bene".

Al vertice, oltre a Salvini, erano presenti per la Lega Crippa e Giorgetti; per Forza Italia Tajani e Ronzulli; per Fratelli d'Italia Meloni e La Russa; Lupi e Colucci per Noi con l'Italia; Toti rappresentava Coraggio Italia; per l'Udc Cesa e De Poli; Sgarbi rappresentava se stesso.

Per la cronaca, da non dimenticare  il redivivo Silvio Berlusconi (non si sentiva più da Pasqua) che facendosi intervistare dal Giornale ha dettato la linea di Forza Italia, dicendo no a candidati "mestieranti", preferendo uomini e donne della società civile, cioè persone non etichettabili politicamente, almeno di facciata. Ciò gli permetterebbe di nascondere, almeno in parte, che nel centrodestra Forza Italia adesso conta quanto il due di briscola.

La fumata nera, colore comunque in sintonia con i partiti presenti, ha fatto sì che un ulteriore vertice sia programmato per la prossima settimana. Intanto, le altre forze politiche hanno già iniziato a fare campagna elettorale.