In tempi bui, il buonumore è sempre un'ottima medicina per tener su lo spirito e rafforzare il morale. Quindi, chiunque riesca a far ridere è sempre ben accetto. E questo non solo riguarda i comici di professione, ma anche i comici dilettanti e, soprattutto, i comici a loro insaputa, quelli che ti fanno piegare in due dalle risate perché sono convinti di dire cose serie, importanti... 

Il mondo della politica di tali personaggi è pieno, tanto da farne delle scorpacciate. Però, tra costoro vi sono alcuni che, anche a causa della loro presunzione, finiscono per essere una spanna sopra la media. A questi, senza ombra di dubbio, appartiene Matteo Renzi.

L'ultima perla comica del senatore fiorentino è la lettera inviata a Repubblica per spiegarci cosa insegni all'Italia la vittoria di Joe Biden.

La lettera di Renzi è un contributo che va ad integrare un editoriale pubblicato dal direttore del quotidiano di riferimento della Exor, quello che una volta era "la Repubblica".

"Caro Direttore, scrive Renzi, il suo editoriale di domenica sulla nuova via progressista di Biden-Starmer tocca un tema centrale per la mia sensibilità personale e per Italia Viva. Ma soprattutto – ben più importante – tocca il tema chiave del futuro europeo". 

Renzi ha tre considerazioni da aggiungere al direttore di casa Elkann.

La prima: Le elezioni americane dimostrano che c’è ancora una differenza tra destra e sinistra. Direi di più: c’è un abisso tra la destra di Trump e la sinistra di Biden. Ma c’è anche una differenza forte anche tra sinistra e sinistra. Se avessero corso Sanders o Warren, oggi Trump sarebbe a preparare il secondo giuramento, non a giocare a golf.La seconda: Il Regno Unito ha visto la sconfitta tragica di Ed Miliband prima e di Jeremy Corbyn poi. Con Blair la sinistra radicale mugugnava ma i laburisti vincevano. Con Miliband junior e Corbyn la sinistra radicale esultava ma al governo ci finivano i conservatori. Starmer lo ha capito bene. E punta all’asse con Biden in una versione aggiornata dello storico rapporto tra Clinton e Blair per tornare a giocare un ruolo di governoLa terza riguarda la nomina di Anthony Blinken alla Segreteria di Stato perché, a dire di Renzi,  farebbe da punto d'incontro tra il duo Biden-Starmer ed Emmanuel Macron, il presidente francese da lui definito come il leader più forte nelle famiglie liberali e socialiste in Europa. 

Matteo Renzi somiglia agli intrattenitori che tanto vanno di moda oggi, la cui caratteristica principale è quella di parlare, sempre, senza neppure prender fiato, in modo che non ci siano pause tra una parola e l'altra. Questa è l'unica cosa che conta, non i contenuti, non il fatto che ciò che viene detto abbia o meno un senso.

Prendiamo il primo punto. Lo scorso 4 marzo, Renzi scriveva:

"Grande vittoria di Joe Biden nel Super Martedì della politica americana. Vincono i riformisti, non gli estremisti". 

Per i più distratti, il punto principale del programma della Warren (uno dei due estremisti secondo Renzi, l'altro è Sanders) era quello di limitare lo strapotere delle aziende come Amazon, Google, Facebook e simili per evitare che cannibalizzino tutti i principali settori delle attività economiche negli Stati Uniti.

Per quanto riguarda l'altro estremista, Bernie Sanders, che si definisce socialdemocratico, aveva come principali punti del suo programma una sanità pubblica e un'istruzione (compresa quella universitaria) pubblica, entrambe accessibili a tutti e garantite dallo Stato. Oggi, negli Stati Uniti ti puoi curare e puoi studiare solo se hai i soldi per farlo. Sanders voleva che gli americani avessero, ad esempio, le stesse garanzie e le stesse possibilità degli italiani. 

Secondo Matteo Renzi questo è estremismo.


Veniamo al secondo punto, quello che riguarda la fotocopia di Blair, The Right Honourable Sir Keir Starmer, l'attuale leader del partito laburista. L'astuto Starmer, che secondo Renzi insieme a Biden dovrebbe far rivivere le mirabilie del duo Clinton-Blair, come se l'ingresso della Cina nel WTO o l'aver cancellato le differenze tra banche d'affari e banche tradizionali siano stati dei meriti, ultimamente si è distinto nel dividere in due il Labour cacciando Corbyn dal gruppo parlamentare alla Camera dei Comuni. La sua colpa? Aver detto che gli sembravano esagerate le accuse di antisemitismo di cui è stato bollato il Labour durante la sua segreteria. 

E perché il Labour di Corbyn sarebbe stato antisemita? Per non aver applaudito all'apartheid praticato da Israele ai danni del popolo palestinese. Evidentemente per Renzi quello che Israele, di cui il senatore fiorentino è un accanito estimatore, sta facendo ai palestinesi è dovuto e ampiamente giustificato. Anche Netanyahu e soci, evidentemente, devono appartenere alla categoria dei riformisti.


Per quanto riguarda il terzo punto, che cosa abbia a che fare la nomina a segretario di Stato di un ex funzionario di Obama, che è partner in un fondo d'investimento e ha creato una sua società di consulenza per vendere alle aziende relazioni e conoscenze fatte quando lavorava per lo Stato, con i rapporti tra Macron e Biden lo sa solo Renzi ed è inutile investigare al riguardo.


Ma a legare il tutto, quello che fa realmente sorridere è la testardaggine del senatore fiorentino nel voler far diventare il socialismo liberismo... come se questo avesse un senso. 

Che Renzi sia un liberista è chiaro a tutti, meno che a lui, che pretende di definirsi socialista. È vero, è una patologia che ha ereditato da Blair, ma dell'ex premier britannico i conservatori ne dicevano un gran bene, tanto che non si preoccupavano neppure di perdere le elezioni, perché Blair avrebbe fatto tutto ciò che avrebbero fatto loro, nel caso fossero stati maggioranza,. 

Il suo stato confusionale, Matteo Renzi lo ha ribadito anche nella "letterina" inviata agli Agnelli nel seguente passaggio:

"Nel frattempo ricordo come per anni la mia leadership dentro il PD – che pure ha portato al più alto risultato mai raggiunto nella storia italiana dal 1958, quasi il 41% prima del fuoco amico – sia stata insediata da chi mi faceva la morale sul fatto che si dovessero abbandonare gli Obama e i Blair per copiare i Sanders e i Corbyn: sono felice di non aver mai seguito i suggerimenti di questi visionari profeti". 

Il comicissimo Renzi si è però dimenticato di ricordare il risultato elettorale ottenuto successivamente alle politiche, dove gli italiani hanno avuto la possibilità di fargli capire tutto il loro apprezzamento per il lavoro svolto... un messaggio che Renzi non deve aver compreso.

Rimane comunque un problema irrisolto, un dubbio che va avanti da anni: è Renzi che non conosce la differenza tra socialismo e liberismo oppure pensa che a non conoscerla siano gli italiani e, per tale motivo, ci vuol far credere - a torto e sarebbe una truffa - che non esista?