Le varie ipotesi sul tavolo relative alla crisi politica ancora in atto, visto che una maggioranza certa al Senato per sostenere il Governo non è stata trovata, prevedono sostanzialmente tre possibilità: le dimissioni di Conte con un probabile reincarico per costituire una nuova maggioranza, un nuovo accordo tra Pd, M5s, Leu e Italia Viva oppure il ritorno al voto.

La prima ipotesi, al momento, sembrerebbe impraticabile. Il premier Conte non ha dato segni di voler percorrere tale strada e il Movimento 5 Stelle che lo sostiene sembra sulla stessa linea. Inoltre, i 5 Stelle, in relazione al prossimo appuntamento che vedrà il ministro Bonafede impegnato anche al Senato per chiedere l'approvazione su una relazione che riassume il lavoro da lui svolto finora in tema di Giustizia, sono stati categorici nell'avvertire sia gli alleati attuali che i presunti nuovi "costruttori":

SIA CHIARO: IL VOTO SU BONAFEDE È UN VOTO SUL GOVERNO!

Intanto, il Pd, ricorrendo all'unico tema politico che lo contraddistingue ormai da anni (la responsabilità), cerca di ricucire con Matteo Renzi ricordando a lui, e soprattutto ai parlamentari del suo gruppo, che il rischio elezioni è un'ipotesi tutt'altro che irreale.

Ma in quel caso, come ricucire? Senza dimenticare che da parte di Conte e dei 5 Stelle, come da parte dello stesso Zingaretti, alcuni giorni fa ci sono state dichiarazioni di netta chiusura nei confronti di un rientro di Italia Viva nel governo.