I Cinque Stelle, nello specifico tutti gli eletti in Parlamento che rischiano di vedersi sfilare la poltrona da sotto le terga in vista della scadenza del secondo mandato, chiudono le porte in faccia al loro fondatore e garante, Beppe Grillo, annunciandone il licenziamento e lo stop al pagamento del suo compenso di 300 mila euro. Ad annunciare la clamorosa novità è Giuseppe Conte nel nuovo libro di Bruno Vespa:
Beppe Grillo è responsabile di una contro comunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale.
Grillo ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione, che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione.
Fu raggiunto un compromesso retribuendo la sua nota abilità comunicativa per rafforzare l’immagine del movimento, di fronte a un processo costituente che ha coinvolto l’intero movimento, Grillo sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l’obiettivo di liberare energie nuove.
Qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile. Umanamente sono molto colpito da come si comporta. Vedere oggi che contrasta in maniera così plateale un processo di partecipazione democratica che ci riporta agli ideali originali di Casaleggio mi ha rattristato moltissimo. Perché, al contrario di quel che scrivono i giornali, lo scontro non è personalistico (Grillo contro Conte), ma vede Grillo battersi contro la sua stessa comunità.
Già in passato ha avuto atteggiamenti velenosi nei miei confronti, ai quali non ho dato peso perché su tutto prevalevano gli interessi della comunità.