"Con il terzo incontro con le parti sociali, inizia domani un'altra settimana di lavoro cruciale. Con i sindacati e le associazioni di categoria ci confronteremo sul tema del lavoro e del welfare e sulle misure che abbiamo intenzione di attuare con la prossima manovra economica.Queste misure saranno oggetto di approfondimento dei tavoli tecnici del Governo che partiranno già nei prossimi giorni. Mi riferisco ai tavoli tecnici su cinque aree tematiche: riforma fiscale; spending review - tax expenditure e cuneo fiscale; privatizzazioni; piano per il sud; investimenti ed export.I lavori continueranno di concerto con tutti i ministeri per arrivare a settembre con il lavoro già impostato per la manovra.L'ascolto e il confronto con tutte le parti coinvolte costituiscono per noi un passaggio imprescindibile per realizzare in maniera organica il progetto riformatore del Paese. Continuiamo, giorno dopo giorno, a lavorare con il massimo impegno per l'Italia".
Questo è quanto dichiarava domenica il presidente del Consiglio Conte, anticipando l'ultimo incontro "ufficiale" sulla manovra con le parti sociali che si svolgerà nel pomeriggio di lunedì a Palazzo Chigi, dove sarà presente, oltre a Conte, anche il vicepremier Di Maio che ha in carico i ministeri dello Sviluppo e del Lavoro.
Tutto normale? Fino a un certo punto, perché martedì 6 agosto, il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, incontrerà nuovamente le parti sociali al Viminale, alle ore 10.
Pertanto, il Governo del cambiamento organizza due tavoli diversi per convocare le stesse parti sociali, per parlare dello stesso argomento: la prossima legge di bilancio.
Al di là di capire perché mai un ministro dell'Interno dovrebbe occuparsi di economia, quando nel Governo ci sono ministri preposti e quando già il premier coordina il lavoro dell'intero esecutivo non è logicamente spiegabile, se non con il fatto che oramai in Italia ci sono due Governi: uno ufficiale guidato da Conte e l'altro ufficioso guidato da Salvini.
A questa pagliacciata si è sottratta la Cgil, come spiega il segretario Maurizio Landini in una intervista rilasciata al Corriere della Sera:
"Di conti parlo col capo del Governo. Il Viminale elude le nostre richieste. Sarò a Palazzo Chigi perché è normale che sulla legge di Bilancio il segretario generale della Cgil, come è sempre stato, abbia come interlocutore il presidente del Consiglio e quindi tutto il Governo.Quel tavolo del resto è stato attivato dopo mesi di mobilitazione unitaria da parte dei sindacati confederali e introduce una novità importante per ora di metodo perché la manovra dell'anno scorso il Governo non l'aveva discussa con nessuno. Non solo con noi, ma nemmeno con il Parlamento che in pratica ha votato la fiducia senza conoscere il testo".
E Landini, stavolta, non andrà all'incontro organizzato da Salvini sullo stesso tema, al quale parteciperà una delegazione della Cgil:
"Il tavolo sulla manovra è uno, ed è quello di Palazzo Chigi. Del resto una deve essere anche la manovra. Se poi hanno intenzione di presentarne due diverse, ci avvertano per tempo perché il Paese avrebbe un problema serio. In ogni caso le fibrillazioni interne alla maggioranza non vanno scaricate su di noi, non vanno usate per strumentalizzare i sindacati".
Almeno qualcuno che riesce a portare un vago senso di normalità in un Paese che oramai ha fatto dell'anormalità la propria bandiera.