Così Nicola Zingaretti: «Andiamo a costruire una nuova Europa. Verde, giusta e democratica. Ecco il simbolo del Partito Democratico per le elezioni europee del 26 maggio. Attiviamoci!»

Così Carlo Calenda: «Ecco il simbolo di Siamo Europei e del PD uniti... e ora avanti per sconfiggere i sovranisti e rifondare l'Europa.»

In alto il logo del Pd, con a fianco lo stemma del Pse, e in basso il logo di Siamo Europei. Questo è il simbolo con cui il Partito Democratico si presenterà alle prossime elezioni europee, che sabato è stato ufficialmente presentato dal neo segretario Pd Nicola Zingaretti, dal neo presidente Paolo Gentiloni e dall'ideatore di Siamo Europei, Carlo Calenda.



Queste le parole di Zingaretti.

«È un simbolo dedicato ai ragazzi e alle ragazze, un simbolo di speranza, che dice alle forze migliori: uniamoci per salvare l'Europa e per dare alle nuove generazioni un futuro degno.

È' tempo che nasca una nuova sfida. Le elezioni europee saranno l'occasione per voltare pagina tra chi l'unica cosa che sa distribuire è l'odio, e chi vuole creare benessere, lavoro e indicare nella sostenibilità un nuovo modello di sviluppo.

La prima parola a cui ci richiamiamo è unità. La nostra è un'offerta di unità, uno strumento al servizio del cambiamento e la necessità di unirsi per fermare una pericolosa deriva nazionalista. Il Pd richiama tutte le forze europeiste a unirsi per essere più forti dentro questo scontro. Questo è il simbolo dell'unità non un insieme di sigle ma un pluralismo che stiamo componendo.

La seconda parola è Europa. Senza Europa non c'è futuro. Noi crediamo nell'Europa baluardo per i cittadini europei ma un'Europa che lotta contro le diseguaglianze, fa pesare la sua influenza, scommette di nuovo nella crescita. Da solo nessun paese europeo ce la fa, insieme l'Europa puo' tornare a essere un grande attore globale.

La terza parola è sostenibilità. Dalla sostenibilità può nascere in questo secolo una nuova fase di sviluppo intelligente. Tutto questo per fare una cosa semplice: creare lavoro, creare lavoro, creare lavoro in Italia e in europa. Si possono costruire nuovi milioni di posti di lavoro se i paesi europei insieme sposano questo nuovo modello di sviluppo».


Questo, invece, il commento di Calenda.

«Unità innanzitutto. Unità delle forze progressiste e liberali, europeiste e civiche. L'Italia rischia di essere il primo grande Paese fondatore a uscire dall'Europa, con Salvini che guarda a Putin e alle democrazie illiberali e sta sostenendo quanto avviene oggi a Verona. Noi non vogliamo un'Italia che diventi l'Ungheria e la Russia. E' una lista aperta alla società civile, io stesso sarò candidato capolista nel Nordest, un grande movimento unitario ed europeista che deve mobilitare il Paese.

Siamo partiti da un manifesto e tante firme, da domani inizia un percorso politico che non finirà con le elezioni UE. Avanti uniti: l'Italia è più forte di chi la vuole debole».


Anche Gentiloni ha rilasciato una dichiarazione.

«Alle elezioni europee da una parte c'è chi vuole sfasciare il progetto europeo e dall'altra chi vuole salvarlo e rilanciarlo. Non sono due diverse idee di riforma dell'Europa: da una parte c'è l'idea di salvare il progetto europeo, dall'altra la vittoria dei sovranisti ci porterebbe ai margini dell'Europa e addirittura potrebbe portarci fuori.

Questo simbolo rappresenta il massimo di unità possibile che siamo riusciti a realizzare. Una lista aperta a sinistra ma anche al centro... alle culture liberali, ambientalista, cattolica, al mondo delle imprese e del lavoro. È l'unica possibilità di essere competitivi con l'Italia sovranista e populista».


Comincia a delinearsi il Pd di Zingaretti e, a dire il vero, non sembra quello di un partito che guardi a sinistra. Come presidente e tesoriere sono stati scelti due ex democristiani. Alle europee correrà insieme a Carlo Calenda che rappresenta... se stesso. Sì, Siamo Europei è un progetto ideato solo poco tempo fa dallo stesso Carlo Calenda che non ha avuto finora alcun riscontro elettorale sul territorio. Un abbinamento a dir poco singolare, anche considerando che al simbolo di Siamo Europei è stata data la stessa dignità che è stata data a quello del Partito Democratico.

Siamo Europei, al di là di un manifesto e dell'attivismo di Calenda, è praticamente il nulla, in termini di rappresentanza dell'elettorato italiano. In compenso, Calenda rappresenta l'Italia "aziendalista", più che moderata, ma che non si riconosce nella destra attuale. L'Italia che potremmo descrivere come quella dei conservatori sì, ma con i pantaloni stirati ed in grado di esprimere un pensiero facendo ricorso alla sintassi e non agli insulti cui ci hanno abituato le attuali forze politiche che compongono il centrodestra.

Se quella di Zingaretti può essere una "svolta" rispetto al passato è presto per dirlo senza, aver prima analizzato i contenuti del programma. Di sicuro, però, rimanendo a quanto queste prime mosse fanno intuire, più che di svolta si può parlare di insensata continuità.