Torino si conferma apripista nella sfida per ridurre i tempi di attesa nel sistema sanitario. Parte dalla ASL Città di Torino un progetto innovativo che prevede l’apertura straordinaria di ambulatori e reparti diagnostici nelle ore serali e durante i giorni festivi, con l’obiettivo di snellire le liste d’attesa e garantire cure più tempestive ai cittadini.
L’ospedale Martini è stato il primo a sperimentare l’iniziativa, avviata ieri, ma nei prossimi giorni il modello verrà esteso ad altre strutture della stessa ASL.
L’iniziativa ha già raccolto il plauso del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, che in una nota ufficiale ha definito il progetto torinese “un esempio concreto di come le aziende sanitarie possano migliorare l’accesso alle cure”.
Schillaci ha ricordato come, a pochi mesi dall’approvazione della legge nazionale sulle liste d’attesa, numerose realtà in Italia abbiano adottato misure simili, sfruttando gli strumenti previsti dalla normativa: dagli incentivi per gli straordinari del personale sanitario all’introduzione di criteri chiari nella gestione delle prenotazioni.
“È fondamentale che ogni Regione e ASL prosegua su questa strada – ha aggiunto il Ministro – con l’obiettivo di garantire un servizio sanitario efficiente e rispettoso dei tempi dei cittadini”. Schillaci ha inoltre ribadito l’impegno del Ministero a monitorare l’attuazione delle misure e a sostenere le strutture nella riorganizzazione dei servizi, per tutelare il diritto alla salute “con azioni concrete, non solo con dichiarazioni di intenti”.
L’esperienza torinese dimostra che l’ampliamento degli orari, abbinato a una migliore programmazione, può alleggerire il carico sui presidi sanitari. L’estensione del progetto ad altre strutture della ASL rappresenta un primo passo, ma la sfida è nazionale: secondo i dati del Ministero, decine di aziende sanitarie hanno già attivato protocolli simili, segnando un cambio di passo nella gestione delle liste.
Il messaggio è chiaro: utilizzare al massimo le risorse esistenti, ottimizzando tempi e personale. Una strategia che, se applicata con determinazione, potrebbe restituire fiducia nel servizio pubblico, riducendo disagi e ritardi che troppo spesso costringono i pazienti a ricorrere al privato. Intanto, gli occhi sono puntati sul Piemonte: se il modello Martini manterrà le promesse, potrebbe diventare un riferimento per tutta Italia.