Costituzione Italiana. Titolo II. Rapporti Etico-Sociali. Articolo 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

Questo è quanto recita il primo articolo della Costituzione italiana nel capitolo che tratta i rapporto etico sociali. Si può leggere e rileggere a piacimento, ma anche ricorrendo a voli pindarici e sofismi estremi, è impossibile associare l'espressione «società naturale fondata sul matrimonio» esclusivamente ad una famiglia eterosessuale. Nella Costituzione non è scritto, perché oltretutto i costituenti non hanno neppure pensato a tale eventualità.
Nonostante questo, il dibattito politico sul disegno legge Cirinnà che ha iniziato il proprio iter al Senato si basa anche sull'interpretazione che la Costituzione non prevede unioni di tipo omosessuale, perché non riconosciute come esistenti in natura!

E a questa interpretazione in parte allude anche l'intervento del cardinale Angelo Bagnasco – Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI – nella sua relazione conclusiva in merito ai lavori del Consiglio Episcopale Permanente, riunito a Roma dal 25 al 27 gennaio 2016, che ha trattato come temi famiglia, scuola e poveri, educazione.

Riguardo alla famiglia,  «negli interventi si è espressa la consapevolezza della missione ecclesiale di dover annunciare il vangelo del matrimonio e della famiglia, difendendo l’identità della sua figura naturale, i cui tratti sono recepiti nella stessa Carta costituzionale. L’equiparazione in corso tra matrimonio e unioni civili – con l’introduzione di un’alternativa alla famiglia – è stata affrontata all’interno della più ampia preoccupazione per la mutazione culturale che attraversa l’Occidente».

La CEI, pertanto, ribadisce la propria contrarietà al ddl sulle unioni civili, portando ulteriore linfa ai promotori del Family Day che, domani, faranno sentire il loro no.