Il giorno della scomparsa delle due adolescenti è stato da molti sezionato e indagato sotto l'aspetto puramente razionale, non tenendo però conto che dietro il rapimento, potrebbe esserci stata una preparazione di qualche mese, che avesse indotto le ragazze ad affrontare quel giorno secondo uno schema artefatto ma preciso, e quindi in volontariamente, concordato con gli stessi rapitori.
Sia Emanuela che Mirella effettuarono un gesto singolare: comunicarono alle rispettive famiglie che si sarebbero assentate.
Nel caso di Mirella questo avviene con la famosa citofonata dove lei fa chiaramente dice alla madre che sta per assentarsi, scendendo ad incontrare il vecchio compagno di scuola Alessandro.
Nel caso di Emanuela c'è invece la famosa telefonata a casa per informare dell'offerta di lavoro dell'Avon.
In entrambi i casi le due ragazze avevano un'amica con la quale, qualche istante prima di scomparire nel nulla si incontrarono, come se fossero "sotto osservazione" al fine di essere indotte al loro destino.
L'ultima volta Mirella fu vista parlare con Sonia De Vito mentre Emanuela con una ragazza con i capelli bruni, forse una compagna di scuola (che alcuni giornalisti associano a Laura Casagrande per la somiglianza) che la incontra all'uscita di Sant'Apollinare.
UOMO AVON
In merito alla presenza davanti al Senato dell'uomo Avon, molto somigliante nell'identikit a Marco Fassoni Accetti, pochi ricordano che l’Accetti dichiarò al P.M. Amelio nel 2023, che il borsone-bauletto dell’Avon, con all’interno prodotti della stessa marca, usato per l’adescamento della Orlandi il 22 giugno, appartenesse ad Eleonora Cecconi, che in quello stesso anno 1983 aveva lavorato per l’Avon.
Tale materiale era stato lasciato dalla Cecconi presso l’ufficio di via Goito, di pertinenza dell’Accetti.
Inoltre, sempre da queste dichiarazioni, davanti al Senato ci sarebbe stata una BMW nera e la Citroen GS di Accetti con la targa camuffata. L'uomo Avon che mostra gli articoli contenuti nel bauletto sarebbe stato proprio Accetti.
Continuando sulle dichiarazioni, Emanuela sarebbe poi stata prelevata a Piazza dei Massimi, dietro Piazza Navona, da un'altra macchina ancora.
Alcuni della Magliana, come dal racconto di Salvatore Sarnataro, erano presenti sulla BMW per ragioni di sicurezza: non ci è dato di sapere chi vi fosse nella macchina ferma in Piazza dei Massimi.
LA VOCE DEI TELEFONISTI
Se a questo scenario dobbiamo considerare che la voce dei telefonisti registrati, quindi Mario e l'Americano, comprese le due famose chiamate all'158, sono la voce di Marco Accetti (come da recenti perizie), il tutto diventa da possibile a probabile.
Ricordiamo inoltre che l'Americano smette di chiamare l'avv. Egidio dopo il 20 dicembre 1983, ovvero dopo che Accetti viene arrestato per l'incidente Garramon.
Coincidenze? Sembrano proprio troppe!
Sempre in tema di coincidenze Gabriella Boggiani ha ammesso di aver prestato la sua voce e la sua calligrafia per il materiale che da Boston venne inviato a Roma nei famosi comunicati. A Boston era presente in quel periodo la moglie di Accetti.
Inoltre, la stessa grafia è riscontrabile nel comunicato contenente la "cassetta delle sevizie" che "molto probabilmente" contiene la voce di Emanuela.
Inoltre, sul lato A della cassetta detta "delle sevizie", la voce di dell'uomo che legge un comunicato in un arabo strampalato è riconducibile alla voce di Marco Accetti, così come la voce del telefonista detto "Mario" che fa ascoltare allo zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, la voce della stessa che pronuncia il suo nome e la scuola di musica che frequentava.
Sono ancora coincidenze?
Verso la fine del novembre 1983, Marco Accetti fermò insieme ad una giovane ragazza, in Corso Vittorio Emanuele II un giovane di 12 anni. Il ragazzo era Stefano Coccia, che confermò agli inquirenti che l’Accetti lo approcciò mentre costui era insieme ad una ragazza molto giovane e dai capelli biondi, una ragazza che somigliava moltissimo a Katty Skerl. Un mese dopo avviene l'incidente Garramon.
Due giorni prima dell’omicidio di Garramon, Accetti fermò un’altra ragazza, Caterina Gillespie (16 anni). Lo ha confermato la stessa Gillespie nel 2013, spiegando di averlo conosciuto assieme a sua sorella, di avergli presentato i suoi genitori i quali hanno poi posarono per lui per delle fotografie.
Un mese dopo Caterina Skerl fu assassinata in circostanze oscure.
Non esiste il Caso Orlandi senza tenere conto delle coincidenze che riconducono a Marco Accetti eppure, molto spesso, si fa finta di non vedere, oppure si sorvola su di esse, come se queste fossero solo invenzioni.
Di fatto, dopo 40 anni, Accetti rimane l'unico detentore di verità accertate che sarebbe bene "riesumare" e analizzare in dettaglio, motivo per cui ci auguriamo che la Commissione Bicamerale d'Inchiesta possa dare alla vicenda una svolta decisiva.