Ho seguito la crisi con un profondo malessere, perché chi ama disperatamente l’Italia non può che sentirsi male di fronte a certe scene, di fronte a ignobili stravolgimenti di campo, di fronte a chi si sputa in faccia la mattina e si bacia amorevolmente la sera, di fronte ad urla e risate sguaiate, di fronte a pose scomposte e ridicole di personaggi che di “onorevole” non hanno nulla.Tutto ora è in mano al 5 Stelle, che dovrebbe spendere quel briciolo di dignità rimasta per rifiutare i diktat che il PD vuole imporre (regole, nomi, veti... si sentono già i padroni assoluti).Ed è il momento che, senza troppi ragionamenti articolati, le forze politiche che si oppongono alla disgregazione globalista trovino modo di fare FRONTE COMUNE per PRETENDERE che la parola torni al popolo italiano.Gli italiani che amano la nazione e vogliono difenderla da Ius Soli, immigrazione incontrollata e finanza internazionale sono già la maggioranza assoluta... spero che il Presidente Mattarella ne prenda atto e li lasci esprimere democraticamente.Siamo ad un passo dalla peggiore sciagura per l’Italia, dobbiamo chiedere le elezioni a gran voce, dobbiamo scongiurare un golpe globalista che se messo in piedi durerà a lungo e distruggerà definitivamente ogni sovranità e ogni libertà del popolo italiano.Elezioni subito! La sovranità appartiene al popolo.

Così si esprimeva qualche giorno fa Simone Di Stefano, vicepresidente del movimento neofascista CasaPound. Una posizione, quella di CasaPound - a cui fa eco pure Forza Nuova - condivisa dai partiti di centrodestra, sovranisti e non, presenti in Parlamento: Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega.

Per tutta quella gente, poiché Salvini, inopportunamente, almeno per lui, ha deciso di staccare la spina al Governo del cambiamento, adesso gli italiani dovrebbero di nuovo andare a votare... in barba alle regole costituzionali che impongono al capo dello Stato di verificare prima la possibilità che in Parlamento ci siano le condizioni per dar vita ad un nuovo Governo.

Poiché questo non è conveniente ai sovran-fascisti, convinti che con nuove elezioni potrebbero conquistare il governo del Paese, prospettando in tal modo una restaurazione del ventennio fascista, allora se non si va al voto la democrazia in Italia sarebbe sospesa.

E così, direttamente dal Quirinale - appena uscita dal colloquio con Mattarella - la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ha invitato gli italiani a scendere in piazza per protestare contro un nuovo Governo, nel caso in cui il capo dello Stato non sciolga le Camere, facendo ricorso alle urne.

Salvini ha pure lui richiamato gli italiani in piazza, dopo averlo smentito fino a ieri, anche se non lo ha fatto dal Quirinale, dove invece ha messo in piedi un comizio di un quarto d'ora per farsi propaganda, invocare nuove elezioni e insultare il Partito Democratico reo di tutte le nefandezze di questo e quell'altro mondo, e cercando quasi di blandire i 5 Stelle nell'ultimo disperatissimo tentativo che possano ancora cambiare idea.

Naturalmente, per Salvini (e la Lega) il governo che nascerà è il governo di Parigi, Berlino e Bruxelles (ma si è dimenticato di citare Washington per evitare l'imbarazzo dell'appoggio di Conte da parte di Trump). È il governo delle poltrone, il governo di Bibbiano, ecc...

La fantasia non manca di certo ai social media manager leghisti che si affannano a sparare le ultime cartucce, consapevoli che per molti di loro la festa sta per finire, perché non potranno più essere pagati dal ministero dell'Interno per inventarsi e pubblicare le bufale della propaganda pro Salvini sui profili del "capitano".

E alla loro disperazione, si aggiunge anche quella dell'attuale vicepremier in scadenza, rappresentata dalla consapevolezza che, venendo meno la poltrona, venga anche meno la visibilità sui media e, di conseguenza, sui social, fonte del consenso di cui Salvini attualmente gode.

Ciò che giustamente teme è che tutti quegli italiani adesso affatati dal suo charme a base di salama e cassoeula possano trovare a breve un altro Dulcamara di cui innamorarsi.

Per questo, difficilmente, Salvini si arrenderà all'idea di un governo Conte 2.0 ed insieme a lui tutti quei leghisti che adesso avevano finalmente trovato od erano in vista del tanto agognato posto al sole.