Come non ricordare Moussa Faki, il presidente della Commissione dell'Unione Africana? Era il personaggio impersonato da uno dei due comici russi, Vovan e Lexus, che sul loro profilo VKontakte, social media russo, avevano pubblicato la conversazione telefonica che avevano avuto con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che credeva di parlare con il politico africano.
Ieri al Senato, in occasione dell'evento ItaliAfrica, la premier aveva fatto riferimento alla presenza di Moussa Faki dicendo, divertita:
"aho ... stai a vede' che stavorta è quello ggiusto!"
E Moussa Faki era veramente lui, ma nonostante ciò, anche stavolta, ha finito per essere per lei di nuovo indigesto, a seguito di quello che ha detto nel suo intervento:
"L'Africa non vuole tendere la mano, non siamo mendicanti. ... Sul Piano Mattei avremmo auspicato di esser consultati. ... L'Africa è pronta a discutere contorni e modalità dell'attuazione. ... Vorrei sottolineare la necessità di passare dalle parole ai fatti. Capite che non possiamo più accontentarci di semplici promesse, che spesso non vengono mantenute".
E meno male che Meloni, durante il suo intervento aveva affermato di voler avviare "una cooperazione da pari a pari, lontana da qualsiasi tentazione predatoria - ma anche da quell'impostazione caritatevole - nell'approccio con l'Africa .... [grazie ad un] un ambizioso programma di interventi che sia capace di aiutare il Continente a crescere e prosperare partendo dalle sue immense risorse".
Invece, sulla parte dei progetti era stata molto chiara... non avendo la minima idea di cosa fare:"il Piano è pensato come una piattaforma programmatica aperta alla condivisione e alla collaborazione con le Nazioni africane, sia nella fase di definizione sia in quella di attuazione dei singoli progetti".
D'altronde, senza soldi a disposizione (i 5,5 miliardi di cui ha parlato, Meloni li ha tolti da altre voci del bilancio per destinarli seduta stante al "suo" piano), pertanto era per lei era materialmente impossibile illustrare e/o discutere progetti e investimenti da concordare anticipatamente con i leader africani.
L'unica cosa che, al contrario, appare chiara nel progetto Meloni per l'Africa è quello che si potrebbe riassumere in questi termini:"Io ve do 'n po' de vetri colorati. Voi ce ggiocate, ve divertite, ve li scambiate e poi a me me date er petrolio, er gasse... 'somma... quello che c'avete... prennemo tutto, nun ve preoccupate".
Una valutazione perfida e di parte? Può darsi, ma come si può pensare di costruire un'alleanza "fruttuosa" con l'Africa senza sapere anticipatamente quali siano le concrete necessità e volontà della propria controparte, in modo da conoscerne prospettive e bisogni... prima di presentare il cosiddetto piano Mattei?
È questo che Moussa Faki ha ricordato a Meloni e a cui Meloni non ha saputo rispondere.