"Questo non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore. Ed è contro questo clima violento che la politica, tutta, dovrebbe sapersi unire. Perché esistono confini che non devono essere superati mai. E difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza".
Questo è quanto scriveva la "signora" Giorgia Meloni il 31 maggio a commento del post di un tale che aveva augurato a sua figlia Ginevra la stessa sorte di una ragazza, Martina Carbonaro, assassinata ad Afragola dal suo fidanzato.
Nulla da eccepire.
E proprio perché il commento è appropriato, allora è giusto anche chieder conto alla stessa signora Giorgia Meloni del suo sostegno allo Stato ebraico di Israele, mentre sta compiendo un genocidio a Gaza.
Il governo della signora Meloni si è opposto a Bruxelles all'interruzione degli accordi in corso tra Unione europea e Israele. Nel Parlamento italiano, la maggioranza che sostiene il suo esecutivo ha bocciato la mozione delle opposizioni in cui si chiedeva di "riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 con Gerusalemme quale capitale condivisa", di "sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati", oltre a condannare il piano «Carri di Gedeone», atto finale mirato a concludere un progetto di annientamento sistematico dei gazawi e sospendere sia le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele che le importazioni di armi.
In pratica, la signora Meloni, ha evitato di condannare l'attuale esecutivo dello Stato ebraico e, in particolare, Benjamin Netanyahu... nonostante stia bombardando e affamando due milioni di persone.
E allora, retoricamente, chiediamo a Meloni: "E se fosse sua figlia Ginevra ad essere affamata o ad essere bombardata quotidianamente dall'esercito dello Stato ebraico che esegue alla lettera gli ordini del governo presieduto da Netanyahu, lei che direbbe?"
La sua complicità con il genocidario Stato ebraico di Israele, perché non dovrebbe valere questo stesso commento?
"Questo non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore. Ed è contro questo clima violento che la politica, tutta, dovrebbe sapersi unire. Perché esistono confini che non devono essere superati mai. E difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza".
Crediti immagine _ @AjAqrabawi: "Non si può far morire di fame un popolo prigioniero, bombardare i loro figli, rubare la loro terra e poi gridare "sofferenza". Finché Gaza sarà in gabbia e sanguinante, non devo nulla ai suprematisti ebrei: nessuna pietà, nessuna lacrima, nessuna menzogna. Porre fine all'assedio di Gaza. Porre fine al genocidio".