Giorgia Meloni, prima di conoscere l'esito del voto in Abruzzo aveva dichiarato che "il guru M5S Di Battista si vanta di essere più europeista di Macron e vuole un seggio permanente per l'Europa nel Consiglio di sicurezza Onu.

Io invece sono fiera di essere sovranista e voglio battermi per un seggio all'Italia. Differenze tra finti capipopolo al servizio della lobby europea e i patrioti che difendono la sovranità del popolo italiano e il prestigio dell'Italia nel mondo."

Quale sia la finalità di tale dichiarazione è facile immaginarlo, anche in chiave elettorale. I nemici 5 Stelle, non essendo alleati, sbagliano comunque qualunque cosa dicano, mentre niente da obiettare sull'alleato Lega che però è alleato di governo proprio dei 5 Stelle.

Una bella confusione, vero? Ma questo non ha disturbato Giorgia Meloni e gli elettori abruzzesi che hanno votato l'alleanza di centrodestra, comprendente anche Forza Italia.

Così, Marco Marsilio di Fratelli d'Italia è diventato il nuovo presidente della Regione Abruzzo!

"Una giornata storica per Fratelli d’Italia. Grazie a tutti gli abruzzesi che hanno scelto di avere una guida forte e capace. Ora inizia la sfida più importante: far tornare GRANDE l’Abruzzo!", la dichiarazione della solita Meloni a commento del risultato.

Ma quello che la Meloni si dimentica di ricordare ai propri sostenitori è che il quasi 50% delle preferenze ottenute dal suo candidato vengono in gran parte dai voti della Lega, il cui simbolo ha ottenuto oltre il 28% dei voti, contro il quasi 9% di Forza Italia ed il quasi 7% di FdI.

Il trionfo è ovviamente di Salvini, il cui nome è stato indicato nel simbolo della Lega sulle schede elettorali... a scanso di equivoci.

E gli abruzzesi che non hanno votato per Salvini? Prima di tutto hanno votato per il centrosinistra, il cui candidato Legnini, ex CSM ed ex PD, ha raccolto il 31% delle preferenze con il voto ai partiti distribuito tra PD (solo di poco superiore all'11%) e liste civiche - di cui una dello stesso Legnini - al cui interno vi erano comunque candidati di area centrosinistra. Seppur mascherato, il centrosinistra ha ottenuto comunque, nel complesso, un risultato nettamente migliore - con quasi il doppio dei voti - rispetto a quello delle ultime politiche.

Il centrodestra ha vinto, la Lega ha stravinto confermando la crescita esponenziale di quel partito nei sondaggi che valutano le intenzioni di voto a livello nazionale, il centrosinistra è in ripresa e può considerare il voto in Abruzzo una mezza vittoria...

Chi ha perso allora? Il Movimento 5 Stelle. La rivoluzione gentile della candidata Marcozzi ha convinto solo il 18,5% degli abruzzesi. In pratica, sulla stessa linea anche il voto di lista espresso per il Movimento. Una debacle se si considera che lo scorso 4 marzo, in Abruzzo, i 5 Stelle avevano sfiorato quasi il 40%.

Anche se la percentuale dei votanti delle elezioni del 10 febbraio in Abruzzo è stata molto bassa con poco più di un elettore su due che si è recato alle urne, non potranno non esserci conseguenze nei rapporti tra alleati di governo dopo questo risultato.

Difficile, ad esempio, che la Lega possa accettare passivamente un no al Tav Torino - Lione. Adesso non resta che attendere fino a che punto tali conseguenze potranno arrivare.