Secondo Maurizio Martina, l'incarico esplorativo affidato da Mattarella alla Alberti Casellati serve soprattutto a chiarire i rapporti tra Centrodestra e 5 Stelle: "Con il mandato alla presidente Elisabetta Casellati di verificare le condizioni per una possibile maggioranza di Governo tra Centrodestra e 5 Stelle si pone fine alle ambiguità di questi 45 giorni. Altro che aspettare le elezioni regionali, ora è il momento della verità per chi dopo il 4 marzo ha pensato solo a tatticismi e personalismi".

I 5 Stelle hanno anticipato e poi ribadito alla fine dell'incontro con la Casellati - sono stati loro ad inaugurare le "esplorazioni" che si concluderanno entro domani - che loro con Berlusconi non faranno accordi. In pratica, le hanno ripetuto quello che avevano già detto in precedenza: "Alla Presidente del Senato esporremo le nostre posizioni e le nostre proposte coerentemente con quanto abbiamo affermato negli ultimi giorni."

Inoltre Di Maio, a conclusione del riassunto del colloquio avuto con la presidente del Senato ha ricordato a Salvini che i 5 Stelle non saranno disposti ad attenderlo oltre questa settimana. Se vuol fare un governo con loro questo è il momento.

La risposta del segretario della Lega non si è fatta attendere: "I grillini continuano a dire O comandiamo noi o non si fa niente. E magari andiamo insieme al PD. Mah, io non li capisco... Un po' di umiltà non guasterebbe."

A Salvini, in realtà, non vanno giù due cose: che Di Maio, in seguito ad un eventuale accordo, debba comunque fare il premier e che non accetti nell'alleanza anche Silvio Berlusconi, che equivarrebbe ad includere Forza Italia... o viceversa. Il problema di Salvini, anche se apertamente non lo ha detto ed è improbabile che lo faccia in futuro, è di numeri.

Il peso politico della Lega, in termini di voti, è di poco superiore alla metà di quello dei 5 Stelle. Se dovesse accettare di sedersi al tavolo delle trattative, questi numeri non potrebbero non avere una conseguenza politica nei risultati dell'accordo. Invece, se in una trattativa il centrodestra si presentasse unito, allora le forze in campo sarebbero alla pari e l'esecutivo, da parte di Salvini, sarebbe venduto politicamente come "roba" sua.

Quindi, già ad alcune ore dall'incarico, la missione della Casellati ha già dimostrato di non portare alcuna novità. Ci ha soltanto ribadito ciò di cui eravamo già a conoscenza... almeno per quanto riguarda la possibilità di un accordo a destra. Adesso, toccherà al Partito Democratico far sapere se vogliono o meno sedersi ad un tavolo con i 5 Stelle che, da parte loro, hanno ribadito a tal proposito la propria disponibilità. In fondo, una quasi apertura martedì è stata fatta in tal senso con una dichiarazione di Martina che aveva presentato dei temi su cui il suo partito avrebbe potuto discutere.

In tutta questa vicenda, da sottolineare poi il caso umano legato a Sergio Mattarella che del non prendere mai un'iniziativa ha fatto la linea guida del proprio mandato da presidente della Repubblica... Quasi una perfetta rappresentazione di cosa possa significare il peccato di ignavia per un cattolico, anche se non gli auguriamo la pena inflitta loro da Dante, che non li ritenne degni neppure di finire dentro le mura dell'inferno, costretti a correr nudi per l’eternità dietro ad una bandiera bianca mentre vengono punti di continuo da vespe e mosconi.

Mattarella però, dopo che venerdì la Casellati gli avrà praticamente riassunto ciò che i partiti già avevano detto a lui nei due precedenti incontri, una decisione sarà costretto a prenderla... per la prima volta da quando è stato eletto. E allora sarà costretto a scegliere a chi dare l'incarico per formare un governo. Un dramma...