Il comune di Milano dedica una targa commemorativa a coloro che simbolicamente, nel 1992, hanno fatto le prima unioni civili gay e subito scoppia la classica sterile polemica.

Palazzo Marino, oltre ad aver ricordato il Transgender Day of Remembrance (Giornata Internazionale in ricordo delle vittime trans) che si celebra ogni anno il 20 novembre esponendo la bandiera della comunità Trans, ha deciso di ricordare le prime unioni civili gay (anche se simboliche) avvenute nel 1992. 

Il 27 giugno 1992 l’allora Consigliere Comunale Paolo Hutter decise di unire simbolicamente 9 coppie gay. E per tale ragione, il Comune di Milano con una delibera datata 28 ottobre ha approvato  l’installazione di una targa commemorativa di quell’evento,  che sarà posizionata proprio nel luogo in cui si celebrarono le ‘prime’ unioni civili gay.

Scelta che, come riportato da Il Giornale, ha scatenato la dura reazione della destra, che è all'opposizione, che ha levato gli scudi contro questa decisione, e contro quella di esporre la bandiera della comunità Trans a Palazzo Marino.

Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia ha così commentato:  «Così la sede storica del Comune di Milano viene umiliata dall'amministrazione Sala e trasformata in uno strumento per la propaganda Lgbt. Un conto è rifiutare ogni discriminazione, e ci mancherebbe altro; tutt'altro contro è fare di Palazzo Marino, la casa di tutti i milanesi, il simbolo di una città piegata alle rivendicazioni delle lobby arcobaleno». 

Una battaglia politica, quella condotta dalla destra lombarda contro la comunità LGBT+, che non riguarda solo Palazzo Marino ma che coinvolge anche la Regione Lombardia (a guida centrodestra) dove i Consiglieri leghisti Alessandra Cappellari, Francesca Ceruti, Silvia Scurati, Marco Colombo e Max Bastoni, durante una riunione della giunta, hanno esibito cartelli contro il ddl Zan e la legge contro l’omotransfobia.