Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nelle scorse ore ha dichiarato che Putin ha chiaramente commesso dei crimini di guerra e che la decisione della Corte Penale Internazionale dell'Aia di emettere un mandato di arresto nei suoi confronti è giustificata.
Altrettanto netto il commento del presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky sulla scelta del tribunale dell'Aia:
"... La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per Putin, una decisione storica... Il capo dello stato terrorista e un altro funzionario russo sono diventati ufficialmente sospettati di un crimine di guerra: la deportazione di bambini ucraini, il trasferimento illegale di migliaia di nostri bambini nel territorio dello stato terrorista.Oltre 16.000 casi di deportazione forzata di bambini ucraini da parte dell'occupante sono già stati registrati in procedimenti penali indagati dalle nostre forze dell'ordine. Ma il numero reale e completo dei deportati potrebbe essere molto più alto. Sarebbe impossibile commettere un'operazione così criminale senza l'ordine del massimo leader dello stato terrorista.Separare i bambini dalle loro famiglie, privarli di ogni possibilità di contattare i loro genitori, nascondere i bambini in Russia, gettarli in regioni remote: tutto questo è un'ovvia politica della Russia, una malvagia decisione statale, di cui non può che essere responsabile il più alto funzionario in carica di quello Stato.Sono grato alla squadra del procuratore Karim Khan e alla Corte Penale Internazionale, a tutti coloro che nel mondo ci stanno aiutando nella lotta per la giustizia. Sono grato per l'integrità e la volontà di consegnare davvero alla giustizia coloro che sono colpevoli.Finora è stato possibile restituire poco più di 300 bambini di tutti quelli che sono stati portati via con la forza, rapiti in Ucraina. È ovvio che dobbiamo restituirli tutti alle loro famiglie...".
Da parte loro, fonti diplomatiche russe hanno criticato la richiesta di arresto della CPI, definendola immotivata nei contenuti e nel merito, perché la Russia, dopo l'annessione della Crimea, non riconosce più la Corte Penale Internazionale.
In ogni caso, dopo la formalizzazione dell'accusa resa pubblica dalla CPI, i 123 stati che ne riconoscono l'autorità sono obbligati ad arrestare Putin e a trasferirlo all'Aia perché venga processato, nel caso il presidente russo dovesse metter piede nel loro territorio. Non un problema da poco, dal punto di vista diplomatico.
La decisione della CPI, inoltre, ha sollevato anche numerosi interrogativi sulla sua credibilità... a partire da ciò che non ha fatto in seguito alla guerra in Iraq.
Nel 2003, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non riuscì a raggiungere un accordo sulla risoluzione che avrebbe dovuto autorizzare l'uso della forza contro l'Iraq. Nonostante ciò Stati Uniti, Regno Unito e alcuni altri Paesi sostenendo che Saddam possedesse armi di distruzione di massa, costituendo pertanto una minaccia per la sicurezza internazionale, invasero e distrussero l'Iraq.
Dopo l'invasione, nel 2004, l'allora segretario generale dell'ONU, Kofi Annan, dichiarò che l'invasione dell'Iraq era stata illegale in base al diritto internazionale.
Successivamente, Colin Powell, al tempo segretario di Stato degli Stati Uniti, ha ammesso pubblicamente che la guerra in Iraq era ingiustificata. In un'intervista del 2016 rilasciata al The New Yorker, Powell ha affermato che la sua presentazione all'ONU del 2003, in cui aveva sostenuto l'esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq come giustificazione per la guerra, era stata un errore.
Powell ha detto che aveva ricevuto informazioni errate da parte della comunità dell'intelligence degli Stati Uniti e che aveva fiducia nella loro valutazione. Tuttavia, in seguito è emerso che molte delle informazioni erano basate su fonti inaffidabili e che la valutazione dell'intelligence era stata influenzata da pressioni politiche per giustificare l'invasione.
Powell criticò anche il modo in cui l'amministrazione Bush gestì la guerra, affermando che gli Usa avessero "distrutto" quella nazione e che la situazione in Iraq era "ingovernabile" a causa della mancanza di una pianificazione adeguata per la ricostruzione post-conflitto.
Quanti sono stati i morti di quella guerra? Migliaia, decine di migliaia... soprattutto civili e tra questi numerosi bambini, molti di più dei 16mila rapiti dalla Russia in Ucraina.
E per quanto riguarda i militari morti da non dimenticare quanto accaduto nel Regno Unito, dove i familiari di alcuni soldati britannici morti in quella guerra chiesero che l'ex primo ministro Tony Blair venisse processato per il ruolo avuto nella decisione di invadere l'Iraq nel 2003.
Secondo i familiari delle vittime, Blair avrebbe agito illegalmente, senza avere una valida giustificazione, sostenendo che avrebbe manipolato le prove e le informazioni sull'esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq per giustificare l'invasione del paese.
Inoltre, i familiari delle vittime criticarono la mancanza di adeguata preparazione e l'assenza di un piano di ricostruzione post-conflitto, che hanno portato a una situazione di instabilità e violenza, ulteriore causa della morte di alcuni dei sodati britnnici.
Il governo di sua maestà condusse un'inchiesta ufficiale, nota come "Chilcot Inquiry", che criticò l'amministrazione Blair per aver gonfiato le prove sull'esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq e per non aver considerato le conseguenze a lungo termine dell'invasione. Tuttavia, la Chilcot Inquiry non ha trovato prove di illegalità o cattiva fede da parte di Blair o dei suoi ministri. Una decisione politica.
La stessa che la CPI ha preso nel non voler perseguire i possibili crimini commessi in Iraq, a causa di quella guerra.
La questione della possibile messa in stato di accusa dell'allora presidente George W. Bush dalla Corte Penale Internazionale (CPI) dell'Aia per il ruolo avuto è stata oggetto di dibattito per anni.
Gli Stati Uniti non sono stati firmatari del trattato di Roma del 1998 che ha istituito la CPI, quindi la Corte non avrebbe giurisdizione su quella nazione. Poi si è discusso anche della giurisdizione della CPI in base alla sua effettiva entrata in vigore che per alcuni sarebbe avvenuta dopo l'inizio della guerra, ecc.
Considerando però anche solo quanto avvenuto nel periodo post bellico, dopo che Bush aveva decretato ufficialmente la fine del conflitto, la decisione di perseguire o meno per i crimini di guerra i leader che l'aveva voluta a tutti i costi è stata unicamente una questione politica, perché dal punto di vista puramente tecnico, dal lato del diritto, i presupposti per giudicare tutti coloro che avevano causato un tale disastro umanitario vi erano tutti.
Ma la guerra in Iraq è solo un esempio. Quanti sono i crimini contro l'umanità portati avanti con giustificazioni inventate e immotivate che ancora adesso vengono effettuati in molte zone dell'Africa, in Turchia, in Siria, in Cisgiordania... e a proposito di Palestina, già da molto tempo, ben prima dello scoppio della guerra in Ucraina, la CPI ha in corso più di un'inchiesta nei confronti di Israele, ma ancora nessuna decisione è stata presa, anche solo per dire che non ci sono i presupposti per un qualsiasi capo d'imputazione.
È normale? Questo rende la CPI credibile?